N on rinuncia alla piazza. Il leader della Lega Matteo Salvini non smette i panni del movimentista e scende per strada. Il capitano non rinuncia all'incontro la gente. Ieri era infatti al mercato di via Fuchè a Milano. È da lì che, libero dai lacci e lacciuoli delle responsabilità di governo, alza il tiro sugli ex alleati, rimasti a presidiare le poltrone ministeriali. Il suo ultimo bersaglio è anche quello più prestigioso. È con il premier Conte che se la prende. «Ha tradito gli italiani - dice l'uomo che meno di due mesi fa era ancora al vertice del Viminale - per salvare la sua poltrona, ha qualcosa del suo passato da nascondere?»
Un'accusa pesante la sua. Che va a suggellare una stagione estiva condizionata dai tanti interrogativi sui retroscena che hanno provocato il crollo improvviso - e per molti inaspettato - dell'esecutivo gialloverde.
Subito dopo, viene il turno dell'ex ministro dell'Economia Giovanni Tria. «È lui - dice Salvini uno dei motivi per cui non c'è più il governo». Scarica sull'ex collega di gabinetto le colpe dell'immobilismo. Colpe che, in un mercato rionale, suonano gravi e soprattutto inappellabili. E la cosa più grave è che chi è subentrato non si sta comportando meglio, anzi. «Il nuovo governo - spiega il leader della Lega - ha bloccato tutto quanto, strade, porti, aeroporti e ferrovie e nemmeno il taglio delle tasse ci faranno fare e per questo vogliamo far votare gli italiani. Noi siamo persone serie e stiamo al governo se possiamo fare quello che abbiamo promesso e ci torneremo a breve perché questo è un governo che sta insieme solo nel nome delle poltrone».
Sempre sul presidente del Consiglio il leader del Carroccio ha tirato fuori con solita verve l'ironia più pungente allorché è rimbalzata sulle agenzie la proposta avanzata da Conte (parlando alla festa di Fratelli d'Italia a Roma) della tassazione delle merendine confezionate per finanziare la scuola. «Nascondete subito crostatine, flauti, cornetti e bonbon - il suggerimento di Salvini su Twitter -: arriva la tassa sulle merendine! Quando c'è da tassare, a sinistra si eccitano e superano i confini del ridicolo. Questi sono senza speranza».
Adesso gli ex alleati, però, lo considerano isolato. Tutti sottolineano il vago cenno fatto da Orban, anche lui ospite alla festa di Atreju. Mentre proprio il premier Conte replica: «In Europa le Lega sempre più isolata». Per uscire dall'angolo a Salvini non sono rimaste che due mosse. La prima è annunciare l'incontro che avrà proprio con Silvio Berlusconi per discutere non soltanto di alleanza ma anche di legge elettorale (la sua proposta di maggioritario puro resta infatti indigesta agli ambienti di Forza Italia).
E poi c'è sempre l'emergenza migranti da sottolineare. Soltanto ieri la cronaca registrava altri ingenti arrivi sulle spiagge di Lampedusa dove Salvini ha detto che tornerà la prossima settimana per «lottare fino in fondo contro l'idea della riapertura dei porti». «Per otto mesi e mezzo - gli fa eco Roberto Calderoli - siamo riusciti a difendere i nostri confini, ma ora l'Italia è di nuovo un porte aperte per tutti». Ed è forse proprio l'attività di Salvini come paladino dei porti chiusi all'origine della lettera che lo stesso ha ricevuto ieri dalla Procura di Catania e che mostrava con malcelato orgoglio dalla ribalta di Twitter.
«Sabato pomeriggio, a casa coi bimbi a fare i compiti e guardare i cartoni, suonano alla porta e ti consegnano una busta chiusa che arriva dalla Procura di Catania - scrive - Che dite, buone o cattive notizie?» In questo caso buone, visto che era la richiesta di archiviazione per Salvini sul caso della nave Gregoretti.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.