Elezioni politiche 2022

Salvini "crede" nella flat tax: pagare meno per pagare tutti. E se la prende con Draghi

Il leader della Lega rilancia l’aliquota unica e attacca il premier uscente "Pupazzi? Si dovrebbe preoccupare del Paese"

Salvini "crede" nella flat tax: pagare meno per pagare tutti. E se la prende con Draghi

Milano. «Pagare meno tasse per pagarle tutti». A una settimana dal voto politico, e alla vigilia di una «Pontida» mai così attesa, Matteo Salvini torna nella sua Milano per declinare il cuore suo «Credo» fiscale: la «flat tax», la tassa piatta, l'aliquota uguale per tutti, quella che la sinistra vede come il fumo negli occhi e invece per la Lega potrebbe non solo far ripartire l'economia, ma addirittura aumentare il gettito statale, senza compromettere i servizi pubblici.

«L'unico modo per far pagare le tasse è abbassarle» proclama il segretario leghista davanti alla platea. «Credo nella flat tax. Ecco come funziona, contro tutte le balle» recita brusco il volantino piazzato su tutte le poltroncine del Palazzo del Ghiaccio. Salvini imbraccia la proposta economica più importante del suo programma, per quella che definisce «una battaglia fiscale e di giustizia sociale». «La flat tax è un'idea di libertà» scandisce, provando a scaldare i cuori dei militanti milanesi e lombardi.

Prima di lui sono intervenuti Armando Siri, teorico della tassa piatta, e due professori di Diritto tributario. Salvini ricorda quando, nel 2014, si «accese la lampadina»: «Vuoi vedere che, per recuperare gettito, invece di alzare le aliquote devi abbassare le tasse, e se le abbassi la gente trova conveniente pagare le tasse, paga di più e lo Stato incassa di più?».

La Lega rispolvera l'«effetto Laffer», quello che fu prospettato al presidente americano Ronald Reagan. La scommessa è proprio quella, ed è una scommessa già iniziata, peraltro: «Quanti dicono che non ci sarà - ricorda Salvini - si sono persi un pezzo, la flat tax c'è già, usata da 2 milioni di partite Iva, e riuscire a farlo con Di Maio e Toninelli (al tempo del governo gialloverde, ndr) è stato qualcosa di eroico».

Quella era la fase 1, ora si tratta di completarla, portando il tetto da 65mila a 100mila euro. «Nel caso il centrodestra vincesse le elezioni - garantisce - quello si potrebbe fare fin da subito, nel primo consiglio dei ministri». Poi si passerebbe alle fasi 2 e 3. «Il nostro obiettivo non è applicarla a tutti e subito - ammette - quella per multimilionari magari la faremo fra 20 anni, ma nell'arco dei prossimi mesi e anni possiamo allargarla e lavoratori dipendenti, famiglie e pensionati».

Leghisti e tecnici d'area calcolano che le risorse necessarie siano limitate. «La fase 2 costerebbe 13 miliardi, di cui 7 già coperti con la riforma Irpef in vigore dal 1° gennaio 2022». Il costo restante sarebbe coperto da «una revisione delle centinaia di inutili tax expenditure, tagli alla burocrazia e lotta all'evasione».

Non la fa troppo facile però, Salvini. Quello che disegna non è un quadro semplice. La vittoria del centrodestra ormai viene data per scontata, ma sarà solo l'inizio. «Dal 26 non sarà in discesa - avverte - saranno mesi complicati». Vede il rischio di un collasso dell'economia, e cita il caso di imprenditori costretti a chiedere finanziamenti per pagare le bollette. Invoca una moratoria sul credito, per i prestiti Covid, e al presidente del Consiglio Mario Draghi, che ha sferzato i politici più filo-russi, torna a chiedere un intervento urgente. «Oltre che a parlare di pupazzi, spero che trovi il tempo per trovare altri soldi per aiutare gli italiani a pagare le bollette, non so se ha capito l'emergenza nazionale a cui stiamo andando incontro». I toni sono spigolosi. A chi gli chiede come fossero i suoi rapporti con il premier uscente, risponde: «Corretti, da parte mia».

La tensione è palpabile: «Io - dice - spero si parli di idee perché per il momento la sinistra ha parlato di fascismo, di Russia, di razzismo e rischio democratico». Non resta che il voto per svoltare.

«Con Giorgia (Meloni, ndr) e Silvio (Berlusconi, ndr) - promette - non litigheremo».

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