Non è più il suo amico Giuseppe e nemmeno il Giuseppi di Trump. Ora per Matteo Salvini il premier è solo «il signor Conte», un personaggio «bugiardo e smemorato» che sul Mes non la dice giusta. «Se fosse onesto, direbbe che a quei tavoli, come risulta dagli atti parlamentari, noi abbiamo sempre detto di no. Eravamo e restiamo contrari al cosiddetto meccanismo europeo di stabilità, che farebbe danni cento volte più pesanti del bail-in». La posizione italiana, sostiene il segretario leghista, era stata ufficializzata da un voto. «Per caso il presidente del Consiglio ha tradito il mandato delle Camere? Ha svenduto i risparmi degli italiani in cambio di un po' di flessibilità?».
Al Residence Ripetta Bruno Vespa, con il direttore del Giornale Alessandro Sallusti, l'editorialista del Corsera Antonio Polito, l'ex ministro dell'Interno e un cartonato del Cavaliere, presenta il suo ultimo libro, Perché l'Italia diventò fascista e perché il fascismo non può tornare, edito da Mondadori. Ma più che del Duce si parla del governo che traballa. Ilva, Alitalia, manovra, tasse, opere pubbliche: la maggioranza litiga su tutto. Conte cadrà presto? Salvini gli dà «qualche mese», anche se «il potere è un collante formidabile».
Intanto, dice, le difficoltà sono sotto gli occhi di tutti. Dal pasticcio sul Mes al prelievo forzoso dai conti bancari dei contribuenti in ritardo, ipotizzato da Roberto Gualtieri. «Quando lo Stato entra dentro i nostri depositi, significa che la democrazia è finita e che siamo nella dittatura, nell'Unione Sovietica fiscale». Non che sui dossier industriali, secondo il leader del Carroccio, i giallorossi se la stiano cavando meglio. «Chi investirà in futuro in Italia, sapendo che un magistrato ti può sequestrare gli impianti o un governo può cambiare le carte in tavola, modificando le condizioni di un contratto?». Che fare allora per Taranto? «Rimettere lo scudo e togliere l'alibi ai Mittal. E poi discutere». Quanto poi all'Alitalia, nonostante gli annunci Salvini non crede che la soluzione sia vicina. «Vedrete, rimanderanno». Colpa, in gran parte, dei Cinque Stelle. «Hanno scartato i Benetton. Però, per far volare gli aerei c'è bisogno di qualcuno che compri il kerosene e abbia una solidità industriale che non può essere Lotito».
Insomma, ora «anche il Pd si accorge che vuol dire governare con i 5s». È una questione di «approccio, di mentalità: ho provato con il contratto, poi però molti punti si sono sfilacciati e ho deciso che era meglio interrompere. Grillo con una piattaforma da Playstation comanda e condiziona una delle forze di governo». Ecco, gli chiedono, la gestione estiva della crisi non è stata lucida, non crede di aver sbagliato invocando pieni poteri? «Faccio venti errori al giorno - risponde - ma alla fine parleranno gli elettori». Prima però c'è l'Emilia e gli ultimi sondaggi danno il centrosinistra davanti. «Sarà. Io vedo molta voglia di cambiamento, dopo 50 anni». Salvini «rispetta» chi va in piazza, ma le sardine non gli fanno paura, «sono solo contro, io invece propongo soluzioni». L'altra sera ha visto Silvio Berlusconi, tuttavia le candidature per le altre regionali non sono ancora pronte. Vedremo un Salvini moderato, più democristiano? Chissà. Lui nega: «Sono al 34 per cento perché non faccio il vassallo della Merkel». Infine, il tema del libro, il fascismo passato e futuro.
«Solo un disturbato mentale nega l'Olocuasto ma la senatrice Segre che rispetto è troppo intelligente per farsi usare per battaglie politiche. Se siamo contro l'antisemitismo, perché non togliamo le sanzioni a Israele? Tranquilli, l'Italia sarà sempre una democrazia salda e liberale. Anche con la Lega al governo».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.