Salvini incassa in silenzio e rinvia la resa dei conti: "Alla fine l'opera si farà"

La Lega appoggia il compromesso ma punta a sbloccare tutto con le Regionali in Piemonte

Salvini incassa in silenzio e rinvia la resa dei conti: "Alla fine l'opera si farà"

Alla fine il compromesso si trova sul via libera agli «avis de marché» (inviti a presentare candidatura) con la clausola di dissolvenza e la raccomandazione a non prendere impegni irreversibili.

I Cinquestelle cantano vittoria e prendono un po' di respiro, la Lega sceglie di mantenere un profilo molto basso e lascia per un giorno agli alleati di governo tutta la ribalta mediatica, così da consentirgli di uscire dal vicolo cieco in cui sono finiti davanti al loro elettorato. Nella consapevolezza che - come viene sottolineato nella stessa lettera di risposta della Telt (Tunnel EuroAlpin Lyon Turin), la società incaricata della realizzazione della Torino-Lione - da parte dell'Italia non sono stati adottati «atti giuridicamente rilevanti che comportino istruzioni di segno contrario».

Matteo Salvini distilla le parole. Non vuole soffiare sul fuoco della battaglia dei bandi infuriata negli ultimi giorni. Anzi questa volta, dopo la sorpresa per la conferenza stampa di venerdì di Luigi Di Maio, dal Carroccio assicurano che la strada adottata da Giuseppe Conte è il frutto di una «comunione di intenti» e che la Lega appoggerà il tentativo di riequilibrare la spartizione degli oneri con la Francia. Insomma nessuno neppure accenna alla possibilità che la Tav possa davvero fermarsi. «Alla fine si farà», è la convinzione diffusa. L'impressione è che la resa dei conti sia rinviata a dopo le Europee. E in ogni caso - sussurrano dalla Lega - la crisi si potrebbe aprire soltanto mettendo bene in chiaro che non esiste un piano B e se si stacca la spina si va dritti a votare.

Salvini si gode una giornata di riposo. Festeggia i 46 anni all'Hotel Principe di Savoia di Milano, in un evento organizzato dall'associazione Amici della Lirica, con 250 ospiti, presenti numerosi esponenti della Lega, tra cui Paolo Grimoldi, Alessandro Morelli, Igor Iezzi, Fabrizio Cecchetti, il ministro dell'Istruzione, Marco Bussetti e l'assessore regionale alle Politiche Sociali, Stefano Bolognini.

Le voci ufficiali del Carroccio fanno capire che la partita dell'Alta Velocità è ancora tutta da giocare. «Non c'è nessuna resa da nessuna parte sulla Tav perché non ci sono guerre in corso» dice Armando Siri. «C'è stato un confronto serrato con l'obiettivo di salvaguardare il finanziamento Ue legato alla realizzazione dell'opera: l'obiettivo è stato raggiunto. Ha prevalso il buonsenso e la razionalità» conclude il sottosegretario alle Infrastrutture.

Una lettura più politica viene offerta dal presidente della commissione Trasporti della Camera Alessandro Morelli. «Le Regionali in Piemonte saranno il vero referendum sulla Tav». Alla fine l'opera si farà, anche perché è improbabile che Conte o l'avvocatura dello Stato riescano a escludere i danni erariali causati da un dietrofront.

«Se fossi un amministratore e rischiassi un danno erariale di centinaia di milioni rispetto a un progetto che ha avuto 4 ratifiche parlamentari, io in quel caso firmerei. Dal mio punto di vista gli amministratori non si possono assumere una responsabilità che li colpirà in solido».

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