Roma L'idea di un Parisi in campo per dare un mano a rigenerare il centrodestra spacca la Lega. Nel giorno del vertice organizzato da Silvio Berlusconi per «riannodare i fili del dialogo» con i suoi militanti aprendo anche al contributo di chi, come appunto Parisi, intende condividere questo percorso politico, il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, boccia il manager che ha sfidato Giuseppe Sala alle amministrative di Milano. «Se il suo è il modello Milano - dice in un'intervista a Repubblica - che è poi è un modello perdente visto il risultato, è evidente che noi non ci stiamo».
La possibilità che Parisi, con la benedizione di Berlusconi, possa conquistare una posizione sempre più centrale in Forza Italia, per Salvini rappresenta un problema. Il segretario del Carroccio, infatti, è da tempo su posizioni filo lepeniste e in netta opposizione con i centristi, primo fra tutti Angelino Alfano. Parisi, da parte sua, è invece vicinissimo a quel mondo moderato - che va da Ncd fino a Cl - che a Milano ha spinto molto per la sua candidatura. È chiaro, insomma, che se la barra di Forza Italia si va ad assestare verso il centro per Salvini gli spazi di interazione con Forza Italia si riducono di molto. Anche perché il leader della Lega si trova a dover competere in casa sua con un Roberto Maroni che invece un rapporto privilegiato con l'area moderata ce l'ha da tempo. Al punto che in regione Lombardia governa proprio con il sostegno di Ncd. Non è un caso che l'ex ministro dell'Interno abbia salutato con soddisfazione una possibile «promozione» di Parisi.
Lunghezze d'onda, dunque, più che mai diverse. Se Maroni «condivide» il progetto di «riunire le varie anime del centrodestra», Salvini lo boccia ribadendo che «l'unico centrodestra possibile è quello che riprende la sua identità e la sua sovranità».
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