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Salvini "pensiona" Spataro che lo sgrida per un tweet

Il ministro loda il blitz contro la mafia nigeriana e il pm accusa: l'operazione era in corso. La replica: «Si ritiri»

Salvini "pensiona" Spataro che lo sgrida per un tweet

Nella lista di avversari del «Salvini contro tutti» si aggiunge il procuratore di Torino Armando Spataro. Non una novità perché anche in passato il magistrato e il leader della Lega si erano presi, ma stavolta c'è di mezzo la sicurezza pubblica. Tutto nasce da un tweet del ministro dell'Interno che dà conto di due operazioni delle forze dell'ordine, una a Palermo contro la «nuova cupola di Cosa nostra» e un'altra a Torino dove, scrive, «15 mafiosi nigeriani sono stati fermati dalla Polizia». È proprio questa informazione a mettere in allarme la procura di Torino che conduce l'indagine e spingere il procuratore capo Spataro a redarguire Salvini con una dura nota: «Ci si augura che per il futuro il ministro dell'Interno eviti comunicazioni simili o voglia quanto meno informarsi sulla relativa tempistica al fine di evitare rischi di danni alle indagini in corso», perché «al di là delle modalità di diffusione, la notizia in questione è intervenuta mentre l'operazione era (ed è) ancora in corso con conseguenti rischi di danni al buon esito della stessa».

Insomma per Spataro il ministro avrebbe compromesso l'operazione non rispettando «prassi e direttive vigenti nel Circondario di Torino» sulla diffusione di notizie riguardanti indagini di questo tipo. Accusa subito rilanciata da Roberto Saviano, «cliente fisso» di Salvini, secondo cui «qualcuno (dei ricercati, ndr) è riuscito a sottrarsi alla cattura» grazie alla notizia del blitz data dal ministro. Mentre quattro consiglieri del Csm chiedono un intervento a tutela di Spataro e il vicepresidente David Ermini (ex Pd) condanna i toni «sprezzanti» del ministro. E sul web rimbalza il un'intervista del 2015 in cui lo stesso Salvini criticava l'allora ministro Alfano per avere anticipato con un tweet la svolta nelle indagini sull'omicidio di Yara Gambirasio: «Un ministro dell'interno che twitta su indagini in corso non merita neppure un commento. Il fatto in sé la dice tutta sul quel personaggio lì».

Salvini ha impiegato pochi minuti per replicare altrettanto duramente a Spataro: «Basta parole a sproposito. Inaccettabile dire che il ministro dell'interno possa danneggiare indagini e compromettere arresti. Se il capo della Polizia mi scrive alle 7:22 informandomi di operazioni contro mafia e criminalità organizzata, come fa regolarmente, un minuto dopo mi sento libero e onorato di ringraziare e fare i complimenti alle forze dell'ordine. Qualcuno farebbe meglio a pensare prima di aprire bocca. Se il procuratore capo a Torino è stanco, si ritiri dal lavoro: a Spataro auguro un futuro serenissimo da pensionato». E poi: «Lo dico con grandissimo rispetto per i magistrati, però gli attacchi gratuiti politici lasciamoli» fare ad altri «a meno che uno non si voglia candidare alle elezioni», altrimenti «se c'è un problema, una telefonata e la cosa si chiarisce». Parole «sgradevoli e inaccettabili per tono e contenuto» secondo il procuratore generale di Torino Francesco Enrico Saluzzo.

Di certo c'è che la notizia a Salvini è arrivata da fonte ufficiale e autorevole («Ogni mattina ricevo i messaggi del Comandante dell'Arma, della Finanza e del Capo della Polizia») e che il suo tweet è avvenuto un'ora e mezza più tardi. Il ministro assicura poi che dal sms era chiaro che l'operazione fosse conclusa. Di qui la convinzione di Salvini: «Forse non sto simpaticissimo al giudice Spataro, forse si era alzato male e voleva litigare con qualcuno. Un attacco politico? Vedi tu, dicono che il ministro dell'Interno fa saltare l'antimafia...». Vecchie ruggini, Spataro già si era pronunciato contro il blocco dei porti deciso dal ministro («Respingere i rifugiati è illegale») e prima ancora aveva chiesto di processare Salvini per vilipendio all'ordine giudiziario (parlò di «magistratura schifezza»).

La polemica rianima il Pd e Renzi attacca: «Lo sciacallo Salvini si è montato la testa».

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