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Salvini porta in tribunale i deputati di sinistra che erano sulla barca di Carola con i torturatori

Il capo leghista contro i politici a bordo con la capitana. Orfini: non ho paura

Salvini porta in tribunale i deputati di sinistra che erano sulla barca di Carola con i torturatori

I parlamentari Graziano Delrio, Nicola Fratoianni, Davide Faraone, Matteo Orfini e Riccardo Magi saranno querelati da Matteo Salvini. Ad annunciarlo l'ex ministro dell'Interno che ieri, dopo aver appreso la notizia uscita su il Giornale che tre arrestati per aver torturato migranti in Libia erano arrivati in Italia il 29 giugno a bordo della Sea Watch 3 comandata da Carola Rackete, ha sparato a zero: «Alcuni parlamentari di Pd e sinistra - ha scritto - erano saliti a bordo per chiedere lo sbarco di tutti gli immigrati, compresi quelli che ora sono sospettati di essere dei criminali. Chiediamo spiegazioni alla presidenza del consiglio e ai ministeri degli Esteri, degli Interni e della Giustizia. Siamo pronti a denunciare Rackete e i parlamentari che hanno voluto a tutti i costi lo sbarco. Chiedano scusa all'Italia».

I parlamentari non sembrano preoccupati. «Scrive Salvini - posta su Facebook Matteo Orfini - che è pronto a denunciarmi perché sono stato sulla Seawatch. Caro Matteo, ti prego fallo davvero. Ti assicuro che non mi farò salvare dall'immunità come hai fatto tu. Perché, a differenza tua, non ho nulla da temere». Sul caso stanno partendo anche delle interpellanze. Il deputato leghista Gianni Tonelli chiede al ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese se sia vero che i tre malviventi siano arrivati a bordo della nave Ong «e se possa chiarire perché ha ritenuto di tenere riservata l'informazione». Ma anche «se convenga con quanto affermato dal procuratore di Agrigento sulle Ong e, a seguito di queste valutazioni, intenda adottare provvedimenti di maggior rigore per contrastare la tratta degli esseri umani in mare perseguendo anche coloro che, celandosi dietro l'attività di salvataggio di vite umane in mare, si prestano alla promozione e alla complicità di questo vergognoso e indegno fenomeno». L'europarlamentare Nicola Procaccini (Fratelli d'Italia), sottolinea un'altra questione. «Abbiamo dovuto accettare la decisione della Commissione Libe del Parlamento europeo - spiega - di ricevere in audizione Carola Rackete, ma avevamo ottenuto con sforzo, di concerto con il gruppo ID, che fosse almeno garantita la presenza di un esponente della Guardia costiera italiana: ci è stato tirato l'ennesimo tiro mancino, evidentemente frutto del nuovo governo Conte». Procaccini si riferisce al fatto che tra gli ospiti che parteciperanno all'intervento della Rackete, il 3 ottobre, era stato citato in un primo momento l'ammiraglio in pensione Vittorio Alessandro. Ma dopo il comunicato stampa dell'europarlamentare, che lo annunciava, la Guardia costiera ha deciso di nominare un'altra persona, ovvero il comandante Andrea Tassara. «Per fortuna ci hanno ripensato e hanno messo una persona competente e sulla quale non abbiamo niente da dire - prosegue Procaccini - ovvero qualcuno che possa fungere da contraltare attendibile alle folli posizioni della Rackete. L'altro era l'unico esponente della Marina militare italiana che si è schierato dalla parte della Sea Watch», in pensione da 7 anni e nominato dal governo Monti a presidente del Parco delle Cinque Terre.

E tiene a dire: «Era infatti tragico, come questa notizia giungesse proprio nel giorno in cui la stampa riporta l'arresto, con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata alla tratta di persone, sequestro di persona finalizzato all'estorsione, favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, violenza sessuale, tortura e omicidio, di tre immigrati sbarcati proprio dalla nave della Rackete, la stessa su cui salirono diversi parlamentari del Pd».

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