Anche la cattura di Cesare Battisti, sebbene per tutti motivo di orgoglio, mette in competizione le due anime del governo che si contendono a colpi di slogan la paternità del successo. Le rispettive macchine della propaganda cominciano a darsi battaglia si dalle prime ore della mattina, appena comincia a diffondersi la notizia che l'ex terrorista dei Pac è stato arrestato in Bolivia.
Matteo Salvini superstar viene subito «incoronato» da padre&figlio Bolsonaro. Il vicepremier ringrazia il presidente brasiliano con il quale negli ultimi mesi ha rafforzato la rete diplomatica: «Grazie di cuore a Bolsonaro e al nuovo governo brasiliano per il mutato clima politico che, insieme a un positivo scenario internazionale dove l'Italia è tornata protagonista, hanno permesso questo successo atteso da anni». twitta. «Conta sempre su di noi, ministro!», risponde a tempo record il presidente, in italiano. Prima di lui è il figlio Eduardo, deputato del Psl, ad anticipare la notizia via Twitter: «Salvini, c'è un regalino in arrivo». Da quel momento in poi il ministro non smette un attimo di far rimbalzare le news da un social all'altro, in un susseguirsi di post, immagini, dichiarazioni. «È finita la pacchia!», scrive a grandi lettere sopra un «meme» fotografico di Battisti in spiaggia. Anche l'immagine di cibo che Salvini propina quotidianamente ai suoi followers, la dedica alla cattura dell'ex terrorista. Questa volta tocca a un bel tiramisù in tazza: «Oggi è proprio un bel giorno... un giorno da tiramisù. Alla faccia degli assassini comunisti e dei loro amici e protettori». Salvini trova il tempo anche di incontrare Alberto Torreggiani, figlio del gioielliere ucciso dai Pac, durante un evento presso la scuola di formazione delle Lega, a Milano. «Salvini ci ha sempre messo la faccia», gli riconosce Torreggiani. «Se fatta così la politica è una cosa bella», si esalta il vicepremier. Un successo per il quale Salvini ringrazia, oltre al presidente brasiliano, le forze dell'ordine, che dipendono dal Viminale, dunque da lui. Un momento di grande esposizione, per il vicepremier. Eppure parlando di prospettive del governo, sempre sul palco della scuola di formazione della Lega, nega di «voler andare all'incasso». «Mi dicono che tutti lo avrebbero fatto, ma non io. Ho firmato un patto e lo rispetto», sottolinea.
Stesso attivismo per mettere il cappello sopra l'operazione da parte degli alleati di governo. «Giustizia è fatta», lo slogan dei pentastellati. Il copyright è del guardasigilli Alfonso Bonafede, che nel suo intervento rilanciato dal Blog delle Stelle intesta i meriti al ministero di via Arenula, che non ha mai mollato. «Tra Francia, Messico e Brasile, non è mai stata abbassata la guardia, non ci si è mai arresi di fronte alle difficoltà, anche quando tutto sembrava perduto», scrive. E il vicepremier Luigi Di Maio rilancia: «Dopo 25 anni possiamo finalmente dire: giustizia è fatta! Battisti è stato arrestato e sconterà la sua pena in Italia. Grazie ad Alfonso Bonafede per il lavoro svolto».
I complimenti al ministro della Giustizia si amplificano da un post all'altro, da quello del ministro dell'Ambiente, Sergio Costa, a quello della Difesa, Elisabetta Trenta. Nessun plauso da Beppe Grillo, invece. Mentre il governo celebra la cattura di Battisti, lui punta il dito contro le politiche ambientali di Bolsorano: «Mette a rischio le popolazioni dell'Amazzonia».
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