Matteo Salvini è sicuro: riuscirà a sbancare anche l'Emilia-Romagna. Nell'intervista rilasciata a La Repubblica, ha però precisato che non dilagherà come in Umbria: "Non sarà di quella stessa misura. Ma sia chiaro che qui noi vinciamo. E conterà solo quello: dal 27 gennaio cambierà il mondo". Il leader della Lega prosegue minuziosamente la sua campagna elettorale in vista delle elezioni Regionali: un porta a porta costante mirato a prendersi i voti di persona, uno ad uno. Alla base di questa azione c'è una convinzione precisa: "Tutto questo si trasformerà in voti, perché qui tutti mi dicono che votavano comunista ma ora non più perché questi di oggi non sono più comunisti, sono altra roba".
Le manovre della Lega puntano a raccogliere quanto più possibile gli elettori in libera uscita: "Vinceremo qui e in Calabria. Il Movimento 5 Stelle prenderà il 5%. Dove andranno a quel punto? Quanto potranno resistere sulle poltrone? Non andranno lontano, perché dove ci fanno votare vinciamo noi, non c'è più storia". L'ex ministro dell'Interno però non si accontenta e volge lo sguardo anche ai prossimi cruciali appuntamenti in agenda: "Succederà anche in Toscana. Tanto hanno paura che hanno paralizzato il Paese per 20 giorni, in attesa del voto e della sconfitta".
Negli ultimi mesi sono state diverse le polemiche nei confronti della candidata Lucia Borgonzoni che, a detta di molti, è passata in secondo piano per l'eccessiva importanza conferita al segretario federale del Carroccio: "Ci siamo divisi i compiti e le zone, per questo lei non si vede, il governatore pensi a Facebook, ormai si vede solo lì, qui in giro ci sono solo io". "Il 26 non voteranno pesci, votano uomini e donne", ha proseguito lanciando una frecciatina alle sardine.
Processo e politica estera
Continua l'assalto della sinistra sul caso Gregoretti: "La sinistra vuole eliminarmi per vie giudiziarie non potendomi sconfiggere politicamente. Vorrei sapere dai magistrati quanto sta costando la mia indagine, avrei voglia di guardarli negli occhi".
L'ex vicepremier è poi uscito allo scoperto sulle ultime questioni di attulità: "C'è un Paese in ginocchio, economia ferma, la guerra fuori dalla porta e di cosa si discute in Italia? Della censua di Rula Jebreal a Sanremo, una giornalista palestinese che ha definito gli italiani razzisti e fascisti, ora infine assodata a quanto pare. Ma questo è un Paese di matti!". Si è detto molto preoccupato della crisi internazionale: "Soprattutto per la Libia, praticamente casa nostra". Ha rivelato che sta tenendo vivi i contatti (riservati) con fonti libiche: "Le ho coltivate per più di un anno al Viminale".
Salvini, più che prendersela con Luigi Di Maio, si è scagliato contro Giuseppe Conte: "Non aveva detto che alla Libia ci pensava lui? Si è visto. Già la conferenza di Palermo, disertata da tutti, è stata un fallimento, ma lui era soddisfatto per l'averci escluso, nonostante il Viminale seguisse la crisi da mesi".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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