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Sanità, un errore nei quiz blocca 14mila nuovi medici

Confusa destra e sinistra in una radiografia, piovono ricorsi. Così il ministero "congela" gli specializzandi

Sanità, un errore nei quiz blocca 14mila nuovi medici

«Una donna di 77 anni in buone condizioni generali giunge in Pronto Soccorso in seguito a caduta accidentale in casa». Inizia così una delle 140 domande del quiz di ammissione alle scuole di specializzazione medicina. È la domanda che ha contribuito a mandare in tilt il reclutamento di oltre 14mila specializzandi in una fase in cui il Paese piange la carenza di medici come il primo dei problemi nella lotta al coronavirus.

Pare incredibile, ma la domanda in questione era corredata da una radiografia che, recitava il testo, mostra una «frattura sottocapitata del femore sinistro». Peccato che in realtà si trattasse del femore destro. Una banale confusione dovuta all'aver invertito il senso della radiografia. Nonostante il concorso in questione sia ritenuto il più importante che si svolge in questo momento in Italia, il primo a proseguire nonostante la pandemia a seguito di un'apposita misura approvata in Parlamento, nessuno si è accorto del banale errore. Innescando una pioggia di centinaia di ricorsi che da mesi blocca la macchina concorsuale.

«Già nel 2004 - spiega Santi Delia, l'avvocato di Messina specialista in concorsi che ha fatto notare l'errore e ottenuto dal ministero l'annullamento della domanda - il Tar di Napoli definiva inaccettabile la presenza di errori nei quesiti. E da allora ce ne sono ogni anno. Anche due anni fa ho vinto un ricorso per un identico errore in una radiografia. Di solito però non si blocca tutto». Cosa c'è di diverso questa volta? «Un ministro poco incline ad ascoltare consigli ed ammettere i suoi errori - punge Pierino Di Silverio, responsabile nazionale dell'Anaao giovani, branca del sindacato dei dirigenti medici - noi avevamo avvisato che il bando era scritto con i piedi ma non ci hanno voluto ascoltare e il ministro non si è neanche presentato agli incontri». Il ministro dell'Università Gaetano Manfredi ha risposto alle critiche con un video e un'intervista al Corriere in cui sostiene che «la domanda a monte era giusta, purtroppo c'è stato un errore dettato dalla procedura informatica». Una scusa molto in vigore sotto questo governo che, dal bonus 600 euro in poi, solitamente se la prende con misteriosi hacker quando c'è da giustificare uno dei tanti flop. Una scusa che, tra l'altro, in questo caso ha il respiro particolarmente corto perché come spiega un altro sindacato dei camici bianchi, Fnomceo, il cui presidente Filippo Anelli chiede di «porre fine a questo teatro dell'assurdo», i veri problemi del concorso sono altri. A provocare già due mesi di continui rinvii nella pubblicazione della graduatoria è stata la decisione del ministero di aggiungere in corsa alcune incompatibilità per cui, ad esempio, chi già era iscritto a un'altra specializzazione per la prima volta non poteva concorrere.

«Qui si è creato il vero intoppo, con almeno 700 ricorsi, da cui non sanno come uscire - spiega Di Silverio - la questione della domanda errata sarebbe il meno». In effetti, di solito il ministero pubblica le graduatorie, così gli specializzandi iniziano l'attività, e poi annulla la domanda sbagliata e ammette chi fa ha vinto il ricorso. Stavolta il ministero ha stranamente allungato i tempi per la pubblicazione della graduatoria e i ricorsi hanno fatto in tempo a bloccare tutto.

«Ci sono migliaia di colleghi con le vite sospese - attacca Di Silverio - una gestione vergognosa: il ministro farebbe meglio a dimettersi».

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