Sanna contro Riikka, Finlandia in bilico

Marin rischia contro la populista Purra. Rebus governo, ma il Paese resta atlantista

Sanna contro Riikka, Finlandia in bilico

Berlino. Comunque vada, la Finlandia entrerà nella Nato. Se alle elezioni di oggi vincerà la coalizione di centrosinistra trainata dai socialdemocratici (Sdp) della prima ministra, la 37enne Sanna Marin, o se invece si affermerà il fronte moderato guidato dal 53emme Antti Petteri Orpo, presidente del Partito di coalizione nazionale (Kok), o se ancora ci sarà una forte affermazione del partito sovranista dei Veri Finlandesi (Sp) guidato da Riikka Purra (foto in basso), questa tornata elettorale si apre 48 ore dopo il voto del Parlamento turco a favore dell'ingresso del paese nordico nell'Alleanza atlantica.

La deliberazione della Grande assemblea nazionale turca era l'ultima attesa da Helsinki, che ha bussato alla porta della Nato assieme a Stoccolma riuscendo a entrare là dove gli svedesi sono stati stoppati da turchi e ungheresi. Sanna Marin può rivendicare il risultato davanti agli elettori di un paese che più di altri in Europa teme una possibile zampata dell'orso russo. Eppure la strada della prima ministra non è in discesa: lo dicono tutti i sondaggi che parlano di una gara dal risultato imprevedibile. Da un lato il sistema elettorale finlandese improntato al proporzionale puro non favorisce la formazione di coalizioni chiare e coese prima del voto, dall'altro i finlandesi sono alle prese con nuove preoccupazioni.

Su tutte, il debito (che è salito dal 69 al 71% del Pil), l'inflazione (sopra l'8% dallo scorso settembre) e l'immigrazione. Mente Marin resta molto popolare, e gli elettori sembrano aver dimenticato il mini-scandalo dello scorso dicembre quando la premier fu immortalata mentre ballava scatenata a una festa. La capa del governo si sottopose a un test per dimostrare che era sobria ma difese anche il diritto ad avere una vita privata e a divertirsi. Piuttosto, la sua Sdp è accusata di non aver saputo tenere i conti sotto controllo e l'aumento del debito e del costo della vita brucia a un elettorato molto esigente. Ecco perché il partito del non popolarissimo Petteri Orpo sta andando bene: la sua formazione è quella che più chiaramente propone tagli alla spesa per rimettere a posto i conti dello stato. Da destra poi i Veri Finlandesi criticano il governo di centro-sinistra per il suo atteggiamento favorevole all'immigrazione.

I finlandesi fanno pochi figli e una società in calo demografico ha spesso bisogno di manodopera straniera ma i sovranisti guadagnano consensi mentre chiedono di chiudere i confini almeno agli extracomunitari. Secondo i sondaggisti ciascuno dei tre partiti viaggia fra il 19 e il 20 per cento dei consensi.

A fare la differenza saranno dunque le formazioni minori: la premier oggi conta sull'appoggio del Partito di centro (Kesk), fermo intorno all'11%, della Lega verde (Vihr) e dell'Alleanza di sinistra (Vas), entrambe avvistate all'8%. La vera differenza potrebbe venire da un governo di larghe intese, che Marin al momento non sembra però interessata a guidare.

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