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Saviano cacciato dalla Rai. L'azienda: "Non rispetta il nostro codice etico". Parte il soccorso rosso...

Il programma "Insider" (previsto da novembre) non è più nel palinsesto di Raitre. Lo scrittore replica: "Decisione politica". Scatta l'indignazione a comando. Michela Murgia: "Censura fascista"

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Era nell'aria, Dagospia l'aveva previsto (come al solito) e alla fine è diventata realtà: il programma di Roberto Saviano in prima serata su Raitre è stato annullato. Era atteso in onda in prima serata al sabato a novembre, quattro puntate già registrate e annunciate alla presentazione dei palinsesti. Si intitola(va) Insider, faccia a faccia con il crimine ed era già prevista dagli esperti come una «savianata» in bilico tra retorica e presunta inchiesta. Però ciao, anzi addio. Sotto accusa un tweet di Saviano contro Salvini che non lascia dubbi: «Che faccia tosta! Ma quando passerà al Ministro della Mala Vita il vizio di mentire?». Una situazione in qualche modo speculare a quella di Filippo Facci, anche lui «allontanato» dalla Rai dopo una battuta impropria scritta su Libero. In un certo senso, come aveva pronosticato Dagospia, «l'operazione Facci» legittima «l'operazione Saviano» e viceversa. Per capirci, è un segnale fortissimo che nel nuovo corso della Rai si vuole ridurre il più possibile lo spazio di manovra della polemica politica urlata e spesso sguaiata. A prescindere dalla fazione, destra sinistra o centro. Un intento nobile, che dovrebbe mettere tutti d'accordo ma che invece scatena polemiche. Di certo Saviano «annullato» dalla Rai, per di più su Raitre, è una notizia divisiva, come si dice oggi. C'è chi è a favore. E chi contro. A favore sono tutti i partiti di maggioranza, da Forza Italia, che ha scatenato il caso, fino a Fratelli d'Italia. E prevedibilmente contro sono le opposizioni, dal Pd ai Cinque Stelle. Due esempi a caso. La scrittrice Michela Murgia dice che «la Rai fascista censura Saviano». Invece Marcello Veneziani, intellettuale punto di riferimento della destra governativa: «Filippo Facci via per una battuta, stesso criterio per Roberto Saviano». Nel complesso, la maggioranza segnala, come ha fatto Gianni Berrino, senatore di Fratelli d'Italia e membro della commissione Vigilanza Rai che «si respira aria nuova, la sinistra se ne faccia una ragione».

Fin qui la polemica.

Ora la posizione ufficiale: «Saviano non è in palinsesto, è una scelta aziendale, non politica» ha rivelato l'ad Rai Roberto Sergio in una intervista al Messaggero. Ovviamente Saviano ha reagito alla decisione Rai con una serie di commenti non proprio accomodanti. Mentre Facci diceva che «Saviano fuori non mi rende più contento», Saviano riassumeva la situazione con i suoi tipici toni bellici: la decisione di togliere Insider dai palinsesti è «chiaramente una decisione politica. Hanno elaborato un codice etico che risponde ai desiderata di chi - Salvini - nel 2015 scriveva: Cedo due Mattarella per mezzo Putin». Una battuta che scatena i facili applausi di chi gli darebbe ragione a prescindere ma che rimane lì come un divertissement polemico fine a se stesso. Se la nuova Rai ha deciso di non tollerare più, come è stato in passato, una libertà di linguaggio che sconfina nell'insulto, beh, è sacrosanta la decisione di Roberto Sergio.

Anzi, è un chiarissimo manifesto d'intenti che, si spera, sarà rispettato anche negli anni a venire.

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