Saviano e Grillo, il vizio di insultare

L'autore di Gomorra prende di mira Giambruno e per il comico a destra sono tutti ottusi

Saviano e Grillo, il vizio di insultare
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Ormai è l'opposizione dell'irrealtà. Partiti, giornali e maître à penser del progressismo si attaccano a tutto e non trascurano nulla. Una pesca a strascico quotidiana per irretire la maggioranza di centrodestra a colpi di pregiudizi, moralismo, tentazioni censorie. Tutto si tiene, nella narrazione distopica della sinistra in tutte le sue varie declinazioni. Andrea Giambruno e Roberto Vannacci. Marcello Foa (nel tondo) e il far west di Caivano. Grasso che cola, funzionale al racconto favolistico su una destra di lupi famelici e streghe cattive. Beppe Grillo e Roberto Saviano sparano fuori bersaglio da posizioni diverse. Lo scrittore usa il cognome del compagno della premier come se fosse un aggettivo, sinonimo di «pavido». Il comico ricorre a una strampalata concezione dell'antropologia, secondo cui chi è di destra sarebbe più propenso alla diffusione delle notizie false. Concetti da apartheid politica, distillati sul suo Blog in un articolo non firmato. Già il titolo è incredibile: «Le persone di destra sono più propense a diffondere le fake news». Ma non è una goliardata come quelle de Il Male. Il fondatore del M5s si appiglia a «un recente studio di un team di ricercatori provenienti da Australia, Inghilterra e Germania». Una ricerca su un campione di 2400 persone, per investigare la loro tendenza a cascare nelle bufale e a condividere le notizie false. Ebbene, «nel gruppo studiato, le persone più anziane e ad alto reddito erano più brave a individuare le fake news, in particolare le persone di sinistra». Grillo, il profeta del reddito universale, contro i poveri che non saprebbero distinguere le notizie vere dalle fake news. Chi l'avrebbe mai detto? Comunque l'Elevato preferisce concentrarsi sul fatto che i più creduloni del gruppo analizzato non sarebbero di sinistra. Basta questo per urlare che «le persone di destra sono più propense a diffondere le fake news». Il metodo di comunicazione di Grillo è proprio quello tipico di alcuni giornali on line specializzati nella propalazione di bugie e complotti. Infatti per anni i grillini hanno creduto alle scie chimiche. E addirittura l'ex sottosegretario pentastellato Carlo Sibilia era convinto che lo sbarco sulla Luna sia stata «una farsa». Ma magari è di destra pure lui.

Sicuramente non è di destra Saviano. L'autore di Gomorra, già noto alle cronache per avere dato della «bastarda» all'attuale premier Meloni, stavolta se l'è presa con Andrea Giambruno. Lo scrittore ancora cavalca le parole del compagno della presidente del Consiglio sulle ragazze e gli stupri. Meloni ha risposto in conferenza stampa, dando la sua interpretazione delle frasi strumentalizzate. Ma l'editorialista del Corriere della Sera approfitta di un'intervista a La Stampa per inventare un neologismo tutto dedicato al giornalista Mediaset. Parlando della causa per diffamazione per gli insulti a Meloni, Saviano si lancia in un'intemerata contro «il potere politico», che «usa l'arma della querela, costringendoti ad anni e anni di processo». «I pavidi diranno che te la sei andata a cercare», cesella lo scrittore. All'intervistatore non pare vero ed ecco l'assist: «Come le ragazze in minigonna». Saviano arriva finalmente al punto: «Sono un po' tutti Giambruno». L'insulto è servito. Tra il personale e il politico. La Stampa titola: «È il paese dei Giambruno».

Fiele riservato dai colleghi di sinistra anche a Marcello Foa. La sua colpa? Condurre un programma radiofonico su Rai Radio1. Giù la maschera è partito lunedì e ha già sollevato polemiche. Ha cominciato La Repubblica in occasione dell'esordio di Foa. «Rai, in onda Radio Salvini», la riflessione del quotidiano degli Elkann. Secondo cui Foa «è noto per un suo tweet contro Mattarella» e «perché il figlio bazzicò lo staff di Salvini». La Stampa ripete il ritornello. Eppure l'ex presidente della Rai è affiancato da Peter Gomez e Luca Ricolfi. Non proprio due salviniani.

Andrea Vianello, già direttore del Gr Rai, su X accusa Foa di aver scritto «due volte una notizia falsa e diffamatoria» e dice di non accettare lezioni di giornalismo. Segue risposta velenosa di Luca Bottura, ex conduttore della trasmissione Forrest, non rinnovata nel nuovo palinsesto: «Beh, dai almeno non sono in russo». In cattedra.

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