Scandalo sugli aiuti via sms: 28 milioni fermi su un conto

I soldi donati dagli italiani ai terremotati sono bloccati nella Tesoreria centrale: è vietato usarli per i soccorsi

Scandalo sugli aiuti via sms: 28 milioni fermi su un conto

C'è la neve, ma peggio ancora i «protocolli». Più di 28 milioni di euro donati dagli italiani via sms (il famoso 45500) o con bonifico alla Protezione civile, da agosto ad oggi per aiutare le popolazioni colpite dal terremoto, che però non si possono usare perché i «protocolli» lo impediscono. Un capolavoro di ottusità burocratica, che il neoministro Anna Finocchiaro spiega alla Camera in puro burocratese: «La raccolta di fondi da parte del Dipartimento della Protezione Civile è disciplinato da un protocollo d'intesa preesistente agli eventi sismici approvato con decreto dal capo del dipartimento n. 3903 del 17 ottobre 2014, tra il suddetto dipartimento e gli operatori della telefonia e della comunicazione che vi hanno aderito. Gli operatori si sono impegnati a versare le somme raccolte in favore del Dipartimento sul conto infruttifero aperto presso la Tesoreria centrale dello Stato. Ai sensi della legge le donazioni raccolte confluiscono nella contabilità speciale intestata al Commissario straordinario per la ricostruzione (l'ex governatore Pd Vasco Errani, nominato da Renzi, ndr) e aperta presso la Tesoreria dello Stato. Al termine della raccolta delle donazioni che è tuttora in atto le somme saranno trasferite ai fini della realizzazione di interventi per la ricostruzione dei territori colpiti. Il commissario alla ricostruzione informerà ovviamente il comitato dei garanti, quindi è esclusa ogni utilizzazione a fini emergenziali». Quindi, i 28 milioni di euro non si possono toccare, anche di fronte alla situazione drammatica in centro Italia e all'insufficienza dei mezzi richiesti per rendere agibili le strade che collegano i paesi, ora isolati. I fondi restano fermi alla Tesoreria dello Stato, perché il protocollo d'intesa, firmato dal dipartimento di Palazzo Chigi, stabilisce così, che nevichi o che le scosse di terremoto continuino. Bisogna prima aspettare che l'iniziativa solidale termini secondo il calendario prefissato, quindi aspettare il 14 febbraio. E poi, una volta terminata la raccolta, l'iter burocratico non è finito. La Protezione Civile a quel punto dovrà valutare il possibile utilizzo di quei fondi in accordo con le Regioni coinvolte, dopo di che la proposta verrà affidata al parere di un comitato dei garanti.

Eppure la pubblicità del sms solidale fa pensare che i soldi donati vengano usati subito. «Emergenza terremoto in centro Italia. Un aiuto concreto, subito. Manda 2 euro con un sms al 45500, un piccolo impegno per un grande risultato. Contribuisci ad aiutare chi è in difficoltà» recita lo spot in onda nelle radio italiane. Donare subito, per congelare però poi le donazioni nel pantano della burocrazia italiana, senza aiutare chi è colpito dal terremoto. La campagna ha funzionato, visto che gli italiani hanno regalato un sacco di soldi da destinare ai terremotati. Il quadro lo fornisce la Protezione civile. Prima di tutto i bonifici sul conto corrente intestato al Dipartimento, «al 19 gennaio 2017 sono stati raccolti 8.081.217,63 euro». Poi appunto il numero di telefono solidale. «Il 31 dicembre 2016 è stato attivato, per la terza volta, il numero solidale 45500, grazie al quale è possibile donare 2 euro inviando un sms o chiamando da rete fissa. L'iniziativa, che si chiuderà il 14 febbraio 2017, è promossa da Rai, in accordo con il Commissario straordinario del Governo per la ricostruzione e con la collaborazione del Dipartimento della Protezione Civile. La prima raccolta fondi, promossa in seguito al terremoto del 24 agosto e chiusa il 9 ottobre, ha permesso di raccogliere oltre 15 milioni di euro. Con la seconda attivazione del numero solidale, a seguito alle scosse del 26 e del 30 ottobre, sono stati raccolti, fino al 30 novembre, 4.415.294,00 euro. Al 19 gennaio, tramite il numero solidale 45500 riattivato il 31 dicembre, sono stati raccolti 1.712.552,00 euro».

La Finocchiaro è stata «interrogata» in aula dalla grillina Laura Castelli, e dopo al risposta della ministra, la polemica sui soldi bloccati è stata rilanciata dal blog di Grillo: «Il governo si nasconde dietro le lungaggini della burocrazia, ma può decidere quanto e come accelerare le procedure. La solidarietà degli italiani non può essere fermata dalla lentezza dello Stato, che arriva sempre in ritardo».

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