Lo schiaffo della Ue a Renzi: un inglese all'ufficio Migranti

Nuovo scontro tra Palazzo Chigi e Bruxelles. L'Ue mette un inglese al settore Migrazione, nonostante il Regno Unito stia per lasciare l'Unione europea

Lo schiaffo della Ue a Renzi: un inglese all'ufficio Migranti

Il braccio di ferro a Bruxelles sta consumando la credibilità di Matteo Renzi. L'ultimo fronte della disputa tra Palazzo Chigi e l'Unione europea passa (anche) per la nomina del vice-direttore generale del settore Migrazione e Affari Interni. Quella poltrona sarebbe dovuta andare all'Italia. Invece la Commissione Ue, guidata da Jean-Claude Juncker, ha deciso di metterci un inglese, Simon Mordue. Per Roma si tratta di "una vera e propria presa in giro".

Mentre il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan aspetta il via libera o la bocciatura della legge di Bilancio, la Commissione Ue torna a pungolare l'Italia con uno sgarbo che suona come un avvertimento al governo Renzi. Un episodio che rischia di incrinare ancora di più i già difficili rapporti con l'Unione europea. Anche perché consegnare la vice-direzione generale del settore Migrazione e Affari Interni a un inglese e non a un italiano significa depotenziare ulteriormente il ruolo di Roma in una emergenza, quella dell'immigrazione, che la vede colpita in prima persona.

In questo ulteriore scontro, come spiega bene la Stampa, a dar farstidio a Palazzo Chigi è la nazionalità del nuovo vice-direttore. Mordue è britannico e, nonostante il Regno Unito presto uscirà dall'Unione europea, è stato preferito a un altro funzionario di nazionalità italiana. Boom. "Una cosa pazzesca", sbotta il viceministro agli Esteri, Mario Giro, secondo cui la decisione della Commissione Ue è "inaccettabile". "Non è possibile che si continui a nominare funzionari britannici quando è il loro governo a dire che 'Brexit vuol dire Brexit' - spiega Giro alla Stampa - per di più in una posizione sensibile come questa, la Dg Home (Migrazione e Affari Interni, ndr) che avrà la responsabilità della gestione degli hotspot".

Il vero problema è che l'Italia di Renzi è sottorappresentata in tutte le posizioni-chiave.

E lo è, in particolar modo, in quelle stanze dove la Commissione Ue decide come affrontare l'emergenza immigrazione. Ancora una volta Bruxelles ha voluto tener fuori Renzi dalla cabina di regia. L'Italia, infatti, è considerata solo come un eneorme centro di prima accoglienza. Niente di più.

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