Politica

Sciacalli senza nessun freno: rubano pure i giochi ai bimbi

Massimo Malpica

Roma Lo sciacallo della tenda accanto. L'evoluzione - si fa per dire - della peggiore specie si è materializzata nella tendopoli di Acquasanta Terme, allestita per gli sfollati di Arquata e Pescara del Tronto a metà strada tra i paesi distrutti dal sisma e il capoluogo, Ascoli Piceno. Qui due pregiudicati romani di 41 e 47 anni si sono presentati lo scorso 25 agosto, all'indomani del terremoto, indossando pettorine da soccorritori, alla guida di un Fiat Doblò bianco con le insegne - adesive - della Protezione civile del Lazio. Si sono confusi tra vigili del fuoco, infermieri e soccorritori, hanno piantato la tenda e dato una mano a montare pure quelle per gli sfollati, e sono così riusciti a nascondersi in bella vista. «Siamo qui per dare una mano», spiegavano ai superstiti e a chi era lì per aiutare davvero, mentre i due, senza dare nell'occhio, caricavano il furgone (intestato a una ditta romana che si occupa di movimento terra) di cartoni con gli aiutati destinati ai bisognosi. Alimenti, abbigliamento, generi di prima necessità, materiale tecnico sottratto ai corpi impegnati nel soccorso. E, per non farsi mancare niente, pure i giocattoli per i bimbi rimasti senza casa. Per otto notti hanno continuato indisturbati nella loro razzia, senza che nella confusione dell'emergenza qualcuno sospettasse il vero scopo della loro presenza. Finché venerdì i carabinieri del comando provinciale di Ascoli Piceno, impegnati con colleghi friulani nella task force anti-sciacalli, hanno notato durante un controllo uno dei due, il 47enne, che si aggirava a tarda ora tra le tende, vestito da soccorritore. L'uomo appena ha visto i militari ha provato a nascondersi, ma proprio la reazione ha insospettito i carabinieri che si sono messi a cercarlo e l'hanno trovato poco dopo, scoprendo che il «soccorritore» s'era, chissà perché, cambiato alla velocità della luce, sbarazzandosi della pettorina. Il complice più giovane stava invece armeggiando nel furgone, lì accanto, così i militari dopo aver fermato entrambi, hanno chiesto ai due lumi sulla loro presenza. I romani hanno provato a ripetere la solita storia, ossia che erano lì «per aiutare», ma non sapevano come giustificare le casacche fosforescenti, gli adesivi sul furgone e neppure le palette della protezione civile di Acquasanta ritrovate nel Doblò. Dove, appunto, erano nascoste casse di aiuti, vestiti e giocattoli che il responsabile del campo ha subito riconosciuto come materiale sottratto ai container-deposito della protezione civile, quella vera. Così i due romani dalla tendopoli sono finiti prima alla stazione dei Carabinieri di Acquasanta Terme, e poi nel carcere di Marino del Tronto. Mentre i militari hanno proseguito le indagini, andando a perquisire le abitazioni romane dei pregiudicati. Dove hanno trovato altre casse di materiale probabilmente sottratto nella tendopoli di Aquasanta (o in altri campi per sfollati). Tanto che il comandante del reparto operativo di Ascoli Piceno, Luigi Dellegrazie, parla di «Sciacalli 2.0», e non esclude che i due malviventi facessero parte di un'organizzazione anche più vasta.

Non più «sciacalli della domenica», ma una banda pronta, all'indomani della tragedia, ad attrezzarsi e a camuffarsi, piazzando una cellula stabile nella tendopoli per rubare come parassiti ogni giorno qualcosa da trasportare via via verso il covo nella capitale.

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