Coronavirus

Scienziati contro negazionisti: dilaga il virus del complottismo

Più la situazione si fa critica più circolano teorie che dipingono una realtà "alternativa". Come difendersi?

Scienziati contro negazionisti: dilaga il virus del complottismo

Vero, girando per strada sembra che ogni cosa sia, più o meno, normale e ben diversa da quello che sta accadendo dentro gli ospedali. Ma da qui ad affermare che il Covid sia un complotto studiato a tavolino ne corre. Eppure le teorie negazioniste piacciono parecchio a chi non ha la voglia (o la possibilità) di approfondire sul serio l'argomento. E i gruppi social che sostengono che l'emergenza sia tutta una montatura contano follower in aumento quasi quanto dei contagi. Per questo il video sulle sale vuote del pronto soccorso dell'ospedale Sacco diventa verità assoluta, più delle parole del virologo Massimo Galli che lancia l'allarme sui letti in esaurimento ma paga il prezzo della sovraesposizione mediatica. D'accordo, ognuno è libero di pensarla come vuole. Ma la sconfitta del virus dipende proprio dal comportamento di ogni singolo. Negare l'emergenza rischia di mandare all'aria l'imminente lockdown, come già ha vanificato gli sforzi per incoraggiare il distanziamento sociale. E i dati sui contagi ne sono la prova.

Non saranno numeri perfetti, così come imperfette sono le posizioni diffuse dagli scienziati. Ma dimostrano che l'epidemia sta dilagando e questo dato è inconfutabile, anche al netto di errori e allarmismi. «È sbagliato non credere a chi sa solo perché non sa tutto» spiega bene Carlo Rovelli, saggista studioso di fisica teorica. «La scienza procede per tentativi ed errori. Ma ci dice che tenere aperto porterà a un numero di morti addizionali».

Dal canto loro i medici vivono una realtà ben diversa rispetto alla nostra «normale» per le strade. «Chiediamo di poter lavorare senza essere distolti da ignobili fake news o da personaggi pubblici che lanciano frasi di accusa in programmi televisivi senza rendersi minimamente conto di quello che dicono e degli effetti gravissimi che producono» è l'appello degli anestesisti rianimatori dell'Aaroi Emac.

L'informazione scientifica, da febbraio ad oggi, non è sempre stata rigorosa e sicuramente non è stata uniforme. «Ma negare la gravità dell'epidemia peggiora la situazione, allunga le code per i tamponi e fuori dai Pronto Soccorso e, in ultima analisi, peggiora l'economia che i negazionisti dicono di voler aiutare - afferma Massimo Andreoni, direttore Scientifico Simit - Questa situazione disorienta la popolazione, aumenta l'incertezza e diminuisce l'efficacia delle azioni preventive e delle misure di sanità pubblica, che per funzionare devono essere comprese dalla gente, riconosciute come legittime ed efficaci».

A livello sociologico, la reazione dei negazionisti era da mettere in conto, così come è accaduto con i No Vax e come avviene per tutti i movimenti che fanno leva sull'irrazionale. «La spinta a negare un problema è anche un modo per affrontarlo ed esorcizzarlo - spiega il sociologo Mauro Magatti, università Cattolica, autore del libro Nella fine è l'inizio. In che mondo vivremo - Per di più i social creano bolle e circuiti di contatti di persone che la pensano come noi. Quindi non ci rendiamo conto ma rafforziamo la nostra idea senza essere più capaci di considerare altro. Non solo. Fare il bastian contrario della situazione piace e, sui social, appaga molto con consensi immediati. Non vediamo con i nostri occhi ciò che accade negli ospedali e non c'è un'autorità a cui crediamo, di cui ci fidiamo.

Quindi non c'è scienziato che regga, crediamo solo alle nostre opinioni e le auto alimentiamo».

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