La scomparsa di McGuinness Trasformò l'Ira in pace

Erica Orsini

Londra È morto ieri, a 66 anni, Martin McGuinness, ex vice premier dell'Irlanda Del Nord. Se n'è andato a causa di una patologia cardiaca, una morte ordinaria per un uomo la cui esistenza è stata tutto fuorché ordinaria. Da ex leader Ira era diventato un negoziatore della pace, uno dei protagonisti di quel Good Friday Agreement che nel '98 aveva sancito la fine del conflitto armato. Insieme a Gerry Adams, McGuinness è stato uno dei più importanti registi del processo di pace. La sua vita è stata segnata dalla violenza e dalla passione politica e culminata in un incarico formale del governo di coalizione tra protestanti del Dup e i repubblicani del Sinn Fein, abbandonato a gennaio in parte per motivi di salute, in parte per incomprensioni con il premier Arlene Foster. Nato in una famiglia poverissima in un'area degradata di Londonderry, lavorava come macellaio quando, alla fine degli Anni Sessanta scoppiarono i Troubles, la guerra civile che insanguinò il Nord Irlanda per più di trent'anni. McGuinness entrò nell'esercito dell'Ira giovanissimo e nel gennaio del '72, durante il Bloody Sunday, quando i soldati di sua maestà uccisero 13 manifestanti disarmati, era già secondo in comando della brigata dell'Ira a Derry. Le sue mani si sono macchiate di sangue ed è stato un uomo molto odiato al tempo del terrorismo. Tra le sue azioni più famose l'attentato contro Margaret Thatcher a Brighton nel 1984. Guinness non si è mai vergognato della sua appartenenza all'Ira, ma dietro le quinte del conflitto aveva iniziato a tessere relazioni segrete con i servizi britannici ponendo le basi per un cessate il fuoco.

Subito dopo l'accordo del Good Friday divenne ministro dell'Istruzione e nel 2007 fu uno dei protagonisti del governo di coalizione insieme al leader del Dup Ian Paisley, suo ex nemico, con il quale intrattenne un'inattesa amicizia.

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