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Scontro tra Italia e Commissione europea sui movimenti secondari

Dopo le cifre fornite ieri dal ministro Salvini sui movimenti secondari, si registra la replica di Bruxelles: "Italia si impegni a prevenirli, non sono consentiti"

Scontro tra Italia e Commissione europea sui movimenti secondari

Vengono chiamati movimenti secondari, questo perché si tratta di spostamenti che fanno giungere decine di migranti irregolari in alcuni Paesi dell’Unione Europea direttamente da altre frontiere comunitarie. Una migrazione nella migrazione si potrebbe dire, che adesso rischia di essere il nuovo fronte di scontro tra Roma e Bruxelles.

Questo alla luce delle cifre fornite nella giornata di mercoledì dal ministro dell'Interno Matteo Salvini, il quale parla di 268mila irregolari trasferitisi dall’Italia in altri paesi dell’Ue: "Non commenterò direttamente le dichiarazioni del ministro dell'Interno, ma vogliamo ricordare che i movimenti secondari da uno Stato membro all'altro non sono permessi dal diritto europe". A parlare è Natasha Bertaud, portavoce della commissione europea: è questa la sua risposta alle domande sulle dichiarazioni di Salvini.

Da Bruxelles arrivano reazioni stizzite, in quanto i cosiddetti movimenti secondari sono vietati: "All'Italia in particolar modo abbiamo più volte inviato specifiche raccomandazioni".

Il diritto europeo, in particolare, prevede che eventuali migranti irregolari, in special modo quelli a cui viene respinta la richiesta di diritto d’asilo, vengano respinti nel paese d’origine dal paese di approdo.

Un principio che per l’Italia appare molto sconveniente. Questo perché, da un lato, il nostro è un Paese principalmente di transito dei migranti e dunque molti di loro, cercando altre mete in Europa, vanno via dall’Italia dopo la registrazione o dopo lo sbarco. Dunque vietare i movimenti secondari, tratterrebbe nel nostro paese decine di migliaia di migranti. Dall’altro lato, tale principio si tradurrebbe in un doppio sforzo delle nostre autorità che dovrebbero esaminare molte più richieste di asilo, anche di quei migranti che si trovano in altri Stati europei ma rimandati in Italia in quanto territorio di approdo.

Ecco quindi perché quello dei migranti secondari è un terreno di scontro non indifferente tra istituzioni italiane e comunitarie. Da qui si comprende anche la stizzita reazione della portavoce della commissione: “I movimenti secondari sono proibiti – si continua a ripetere da Bruxelles – l’Italia deve fare di tutto per prevenirli”.

La cifra fornita nelle scorse ore da Salvini, ben evidenzia il nocciolo del problema: per il nostro paese i flussi secondari si traducono in più di 250mila pratiche da esaminare in meno ed in un - seppur parziale - alleggerimento del peso migratorio.

I movimenti secondari dall’Italia verso altri paesi Ue, comprendono spostamenti di migranti verso la Francia, che come visto in passato respinge molti di loro quasi di “nascosto” a Ventimiglia ed in altri punti di frontiera, così come verso la Germania ed altri Stato del nord.

Ma da alcuni anni i movimenti secondari avvengono anche verso sud: come documentato nelle scorse settimane, sono sempre di più i migranti di origine africana che vanno a Malta, dove la domanda di manodopera è in vertiginoso aumento.

In questo caso però, il governo di La Valletta accetta in silenzio: la sua economia ha enorme bisogno di migranti per continuare a crescere a ritmi del 7% all’anno, in tanti con un semplice documento turistico riescono ad imbarcarsi nei traghetti o negli aerei verso Malta per trovare lavoro.

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