Elezioni Amministrative 2021

La guerra dei cinghiali: ora la Raggi fa un esposto contro Zinga

Nonostante i loro partiti siano alleati, Raggi e Zingaretti non si risparmiano sull'emergenza cinghiali a Roma

La guerra dei cinghiali: ora la Raggi fa un esposto contro Zingaretti

A Roma c'è un'emergenza cinghiali e nessuno vuole prendersene la responsabilità. Tra Raggi e Zingaretti è un continuo rimpallo di competenze e a perderci sono ancora una volta i cittadini romani.

Nonostante possa sembrare inverosimile che nella Capitale ci sia un'emergenza di questo tipo, purtroppo è la verità e va avanti da diversi anni. Ancor più triste è il fatto che nessuno sembra concretamente intenzionato a fare qualcosa che non sia accusare l'altro. Solamente negli ultimi giorni ci sono stati ben tre avvistamenti e non solo nella zona nord della città dove è (tristemente) usuale il passaggio del mammifero. Infatti, oltre che nel quartiere Balduina dove un branco è stato sorpreso davanti a un banco di frutta e verdura di piazza Madonna del Cenacolo, le altre due volte sono stati avvistati davanti un asilo nido a Monte Mario e sulla strada Pontina. In quest'ultimo caso il cinghiale è stato colpito in pieno e ucciso da un autista di un Ncc.

Visti i sondaggi per niente entusiasmanti e dopo 5 anni da sindaco definiti da Guido Bertolaso "un disastro totale" la Raggi cerca di racimolare voti come può. L'ex capo della Protezione Civile, in merito, ha anche detto senza mezzi termini: "Io mi sarei vergognato a ricandidarmi".

Per questo motivo la sindaca, intervistata da Mattino Cinque, alla domanda sugli animali ha risposto: "Il controllo dei cinghiali è una competenza regionale. Ho fatto un esposto contro la Regione perché non controlla". E ancora: "Sono le Regioni a dover provvedere al controllo delle specie di fauna selvatica, anche nelle zone vietate alla caccia". Qui arriva la stoccata a Zingaretti colpevole, secondo la Raggi, di "mancata previsione di efficaci piani di gestione". Il riferimento è alla legge numero 157 del 1992, art. 19. Il Presidente della Regione, inoltre, sarebbe anche colpevole di non aver rispettato un protocollo di intesa a tre sottoscritto da Regione, Comune ed ex Provincia il quale, spiega la Raggi: "prevede che sia appunto la Regione a dover predisporre piani di gestione nelle aree ricadenti nel territorio di Roma Capitale e a dover individuare strutture regionali in grado di ricevere gli animali vivi, catturati nell'ambito delle attività di controllo".

Accuse rispedite al mittente e smentite dalla Regione. Il Campidoglio avrebbe citato, secondo Zingaretti, solo fonti normative favorevoli. Ci sarebbe una legge regionale dell'agosto 2021 che avrebbe affidato il controllo delle specie selvatiche "ai Comuni territorialmente competenti", di conseguenza a Roma a chi amministra la città, ossia i 5 Stelle. La Raggi per giustificarsi durante l'intervista ha anche detto: "Tra l'altro i cinghiali non solo a Roma".

Per aiutare la sindaca uscente in questi ultimi giorni di campagna elettorale è arrivato anche l'ex premier Giuseppe Conte. Durante un comizio a villa Lazzaroni, quartiere Appio, il leader dei 5 Stelle ha riconosciuto i meriti alla Raggi ribadendo: "Quando noi lavoriamo lo facciamo molto seriamente. Siamo fenomeni? No, non lo siamo. Non lo è Virginia e non lo sono io, ma facciamo una cosa che dovrebbe fare qualsiasi politico: studiare e lavorare per il bene comune".

A questo punto, si spera per Roma che, qualora la sindaca venga confermata, sia in grado di studiare e trovare un accordo con Zingaretti per risolvere quanto prima l'emergenza cinghiali, dal momento che in 5 anni di amministrazione non si è riuscita a trovare una soluzione.

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