LondraUna Scozia indipendente, non solo dal punto di vista legislativo, ma anche sotto il profilo della gestione fiscale. Prove tecniche di devolution dopo la grande paura del referendum. A pochi mesi dal voto sull'indipendenza la Commissione Smith, composta da tutti i rappresentanti dei partiti politici scozzesi e dagli esperti, ha presentato ieri le proposte per il nuovo assetto scozzese promesso a più riprese dal Governo britannico. Questi i punti cardine dell'accordo raggiunto: un Parlamento permanente e molto più autonomo di quello attuale, una gestione più ampia del welfare e delle politiche fiscali con la possibilità di controllare in modo autonomo le imposte sul reddito e di fissare le varie aliquote fiscali. Per quanto riguarda i poteri legislativi il nuovo Parlamento di Holyrood sarà anche in grado di decidere autonomamente sulla giustizia coordinando i tribunali del lavoro, ma potrà legiferare in materia di voto - una delle iniziative che probabilmente verranno portate avanti sarà l'estensione del voto ai sedicenni che quindi potranno votare alle prossime elezioni - e avrà inoltre un peso maggiore sulle trattative europee. Tutte cose che David Cameron e la sua coalizione avevano preannunciato, seppur a denti stretti, soprattutto quando si era profilata all'orizzonte una possibile vittoria degli indipendentisti. Non stupisce quindi che ieri, dopo l'annuncio della Commissione, il Primo Ministro si sia detto «soddisfatto delle proposte presentate» e pronto ad onorare le promesse fatte al popolo scozzese. Dietro le dichiarazioni d'ufficio però si nascondono dubbi e paure su questo Regno Unito confederato dove ognuno si appresta a decidere per se' secondo le proprie necessità. «L'annuncio odierno è molto più importante di quanto molti pensino e cambia il modo in cui il nostro Paese è stato governato fino ad oggi - ha dichiarato un membro dell'esecutivo ai giornalisti del Times - ed è molto significativo che un tale cambiamento sia avvenuto così rapidamente». Il fatto che la Commissione Smith suggerisca in futuro di ampliare l'autonomia concessa alla Scozia crea scompiglio anche tra i laburisti. Proprio Ed Milliband ha sottolineato di aver vinto la prima battaglia assicurandosi che il rapporto garantisse che non vi siano due «classi parlamentari» a Westminster perchè anche i deputati scozzesi potranno votare la legge finanziaria e questo assicura ai laburisti di poter far passare una legge anche senza la maggioranza dei parlamentari inglesi. Ma l'autonomia gestionale del fisco preoccupa e non poco.
Se prima del referendum la paura piuùgrande era che il Regno Unito si spaccasse, ora il governo britannico sarà costretto a fare i conti con lo spettro di un possibile avversario economico reso più agile dalla devolution che rischia di scippargli il monopolio del business.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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