La scuola che accetta i bimbi non vaccinati. È boom di richieste

Nel Bolognese un progetto sperimentale non rientra nel dl Lorenzin: i genitori si fiondano

Foto d'archivio
Foto d'archivio

Le richieste di iscrizione hanno raggiunto un picco proprio mentre la Camera licenziava il decreto che introduce l'obbligo delle vaccinazioni. E così, un progetto sperimentale semisconosciuto sulle colline alle porte di Bologna, è diventato improvvisamente la scuola ideale per decine di famiglie folgorate dall'«esperienza di educazione in natura» offerta da questa neonata «scuola nel bosco». Si chiama proprio così, l'asilo di Pianoro che offre ai bambini dai tre ai sei anni la possibilità di frequentare un laboratorio dell'infanzia all'aria aperta. Ed è solo l'ultima frontiera dove si spingono gli agguerriti genitori No Vax a caccia di uno spiraglio legislativo per evitare di sottoporre i figli a profilassi senza incorrere nelle sanzioni (economiche) che la nuova norma prevede per gli inadempienti.

Casella mail e telefono di questa forest school italiana nata sull'esempio di quelle che sono già realtà all'estero, sono stati presi d'assalto al di là di ogni previsione in concomitanza con il dibattito sul decreto approvato a Montecitorio tra le proteste e le aggressioni ai deputati dei manifestanti. Tanto che le socie del progetto con un avviso pubblicato sulla pagina Facebook dell'asilo hanno dovuto richiamare all'ordine mamme e papà: «Il motivo dell'iscrizione qui non deve essere quello di sfuggire ai vaccini». La ragione di tante istanze, infatti, è che questa scuola non è una scuola. Non è «né pubblica né paritaria», ma un'associazione, un «laboratorio» per il quale giuridicamente «non vi è ancora una normativa che sancisca l'obbligo della copertura». Un miraggio per l'esercito antivaccinista che continua a combattere il provvedimento. Ecco perché le titolari, che al Giornale ribadiscono di non voler intervenire nel merito della questione, hanno dovuto dire alt: «Per quanto possiamo comprendere la preoccupazione di molti e l'urgenza di voler trovare al più presto una soluzione alternativa al percorso nella scuola pubblica, la possibilità di iscrivere un bambino in una scuola come la nostra solo perché - forse - non avremo il vincolo della vaccinazione, per noi non può essere l'unica ragione valida».

Ecco perché i 15 bambini che a settembre saranno ammessi a Pianoro verranno selezionati sulla base di colloqui individuali con i genitori: «Quello che ci preme è che la decisione di iscrivere i propri figli ad una scuola con un progetto sperimentale non sia né affrettata né sentimentale». Nemmeno ideologica.

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