Scuola, Renzi svela la riforma: "Ora basta con la supplentite"

Il premier brucia la Giannini: "Prof per merito non per azianità". Ecco come cambierà la scuola

Scuola, Renzi svela la riforma:  "Ora basta con la supplentite"

Di annuncio in annuncio. All'indomani del lancio del piano "Mille giorni", Matteo Renzi ricorre alla tradizionale nota politica "e-news" per anticipare la riforma della scuola e rivendicare le novità che saranno introdotte dal provvedimento. Quella messa a punto dall’esecutivo, e che sarà ufficialmente illustrata domani mattina, garantisce il premier, non sarà "l’ennesima riforma della scuola. Noi proponiamo un nuovo patto educativo".

"La riforma - spiega il presidente del Consiglio - conterrà alcune idee nel merito per rendere la scuola sempre più strumento di crescita per il giovane cittadino. Ma anche strumento di crescita per il Paese. Si tratta di proposte, non di diktat prendere o lasciare. Proporremo agli insegnanti di superare il meccanismo atroce del precariato permanente e della supplentite, ma chiederemo loro di accettare che gli scatti di carriera siano basati sul merito e non semplicemente sull’anzianità: sarebbe, sarà, una svolta enorme". E prosegue: "Proporremo agli insegnanti di superare il meccanismo atroce del precariato permanente e della supplentite, ma chiederemo loro di accettare che gli scatti di carriera siano basati sul merito e non semplicemente sull’anzianità". Sulla scuola il governo intende far confluire più soldi pur applicando le linee generali della spending review. "Perché educare non è mai un costo - continua il premier - ma gli sprechi sono inaccettabili soprattutto nei settori chiave".

Dal 15 settembre al 15 novembre Renzi terrà il classico giro di consultazioni. Si parte con gli studenti che sono per il premier devono essere "protagonisti, non spettatori". Nella legge di Stabilità ci saranno le prime risorse e da gennaio gli atti normativi conseguenti.

"Nel frattempo - aggiunge - continueremo a investire sull’edilizia scolastica, sbloccando il patto a quei comuni che hanno progetti seri, cantierabili, come è accaduto dopo la mia lettera di inizio mandato". Insomma, sottolinea Renzi, "in mille giorni riporteremo il nostro Paese dove deve stare: a fare la locomotiva, non l’ultimo vagone. Il 41% ci serve a questo: cambiare verso, in Italia come in Europa".

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