Non è un inizio d'anno scolastico facile quello che aspetta il ministro dell'Istruzione, Marco Bussetti. Alle questioni irrisolte che si ripresentano puntualmente all'avvio delle lezioni: il famigerato balletto dei supplenti, la carenza di dirigenti scolastici e personale amministrativo, si aggiunge l'incertezza sulla questione dei vaccini.
E se le prime sono problematiche cronicizzate che si ripropongono irrisolte ogni anno, il caos vaccini non si può non addebitare all'azione di questo governo, in particolare al ministro della Salute Giulia Grillo, che ha deciso di cambiare le regole sull'obbligo di profilassi introdotto con il decreto Lorenzin in corso d'opera e oltretutto attraverso una circolare emanata il 5 luglio, quindi tardissimo. Domani cominceranno a tornare in classe gli alunni della provincia di Bolzano poi dal 10 settembre riapriranno tutti gli istituti e per quanto riguarda l'obbligo di vaccinazione alla fine andrà ciascuno per conto suo. Molti sindaci, alcuni governatori regionali e pure molti presidi hanno deciso di attenersi alla legge in vigore, che già da questo anno scolastico prevede l'obbligo di presentare la certificazione Asl delle avvenute vaccinazioni. Altrimenti niente nido e niente asilo. La circolare emanata in luglio invece ammette l'autocertificazione e in molti si atterrano a quella. Non solo. Tanto per creare ulteriore incertezza il governo, per superare la questione della debolezza della circolare contestata da presidi e sindaci, ha deciso di infilare nel Milleproroghe un emendamento che rinvia il «divieto di accesso ai servizi educativi per l'infanzia e alle scuole per l'infanzia» per chi non presenta la documentazione sulle vaccinazioni effettuate. In sostanza un'abolizione dell'obbligo per legge. Oltre alla questione di merito (l'abolizione dell'obbligo di profilassi in un momento in cui il nostro paese è sotto attenzione per l'epidemia di morbillo da parte dell'Oms) anche la tempistica è inaccettabile. Si abolisce l'obbligo con un provvedimento che al momento è stato approvato soltanto dal Senato creando altro caos. Bussetti ha promesso il massimo impegno per arginare il caos. Ma già l'11 settembre si parte con uno sciopero del sindacato Anief. Le questioni sul tavolo sono tante: manca un preside su sei e uno su quattro è reggente in più scuole. Mancano pure segretari e bidelli. I precari in cattedra saranno oltre 80.000 e mancano soprattutto al Nord i docenti di matematica e di sostegno. Nessuna soluzione al momento è stata trovata per il nodo delle maestre diplomate e tanto per gettare acqua sul fuoco ieri il Consiglio di Stato ha emanato una sentenza che inciderà sia sui concorsi in atto sia su quelli futuri anche se la decisione finale è stata affidata alla Consulta. In estrema sintesi potrebbero essere ritenuti inficiati tutti i concorsi per accedere ai quali occorreva l'abilitazione perché, dice il Consiglio di Stato, la disparità di trattamento per i laureati è irragionevole. La procedura concorsuale non è stata sospesa ma il Consiglio ha ammesso con riserva i candidati appartenenti alle categorie escluse, si tratta di migliaia di persone anche se questa ordinanza è relativa al solo insegnamento nella scuola secondaria. Infine la questione della messa in sicurezza di migliaia di edifici scolastici.
Per individuare in tempi brevi le priorità, Bussetti ha chiesto la collaborazione dell'Asi, l'Agenzia Spaziale Italiana, e del Centro Nazionale Ricerche. Spetterà a loro elaborare una mappatura satellitare delle nostre scuole.
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