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Se condividere toglie intimità ma fa la forza

di Eleonora Barbieri

Le mamme sono terribili (tu sei figlia, ma anche madre, quindi puoi dirlo). Le mamme sono anche meravigliose, che è uno dei motivi per cui possono essere così terribili. Fino al secolo scorso, le mamme facevano tutto (come oggi, ma spesso peggio), solo che non potevano raccontarlo a nessuno. Erano il perno della famiglia, così centrate, che dovevano tenersi tutto per sé: il loro universo è stato a lungo solo interiore, fino a che altre donne, come Jane Austen, hanno iniziato a svelarlo al resto del mondo. Oggi, non proprio ovunque ma di sicuro nei Paesi benestanti, quel mondo è tutt'altro che interiore: è talmente esteriorizzato, esternalizzato, sbandierato ai quattro venti, da sembrare quasi inesistente. Di sicuro non è così, qualcosa di nascosto ci sarà ancora; ma l'apparenza - e in questo caso l'apparenza è tutto, visto che si parla di foto sui social - è che quelle stesse mamme prigioniere tuttofare, per reazione, si siano a tal punto liberate dall'iniquità del giogo da avere esagerato al contrario. E quindi: largo spazio alla condivisione della realtà materna, dei problemi materni, delle lagnanze materne, delle gioie materne; libri e blog per spiegare come conciliare figli e lavoro, figli e serenità, figli e vita sociale; film e social per esaltare, smitizzare, trasmettere quell'immagine - molto chic, in fondo, molto moderna - della donna sommersa ma consapevole, imperfetta ma in fondo forse, proprio per quello, perfetta, appassionata ma nevrotica, sensibile ma insofferente, sommersa ma felice, che adora i figli ma li vuole sbolognare alla baby sitter il venerdì sera, per uscire con le amiche a parlare dei problemi delle mamme. Con ironia, si capisce. (Poche cose, del resto, sono noiose come i consigli/giudizi/racconti autoreferenziali delle mamme «autoironiche»: perché si sa, da genitori, al momento del bisogno, l'ironia, quell'arma formidabile, non si trova mai; si trova sempre dopo, purché si sia riusciti a riemergere dalla montagna di letame in cui si era immersi). E poi, siccome le mamme di oggi - sempre quelle che non hanno tempo - non interiorizzano, bensì «mostrano», diffondono anche le foto dei figli e della famiglia sui social.

Che poi si dice «postare», ma tu sei una troglodita che non ha neanche Facebook, quindi per te questo è «diffondere» i momenti di felicità presunta o apparente, soprattutto (teoricamente) intima. Il pubblico sembra apprezzare, quindi forse va bene così. I figli saranno sicuramente soddisfatti di avere i follower, quindi forse va bene così (forse).

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