Roma - «Mai vista una crisi così in cui contano solo tatticismi e desiderio di poltrone e in cui a nessuno interessa la prospettiva politica e l'interesse del Paese». Sono queste le parole che ricorrono maggiormente nei ragionamenti che Silvio Berlusconi fa in queste ore ad Arcore, osservando da lontano, con un misto di amarezza e stupore la trattativa in corso tra Pd e Cinquestelle.
Il presidente di Forza Italia trascorre le ultime ore di riposo prima del rientro a Roma fissato per domani per le nuove consultazioni. E mentre Luigi Di Maio, Nicola Zingaretti e Matteo Renzi portano avanti il loro faticoso tentativo di trovare la quadra e formare la «coalizione impossibile», Berlusconi ribadisce che da parte sua non ci sarà alcun tentativo di partecipare alla nascita del nuovo esecutivo. «Noi qualunque soluzione prevarrà, che sia il governo Pd-Cinquestelle o quello Lega-Cinquestelle staremo coerentemente all'opposizione», fa sapere a chi ha modo di confrontarsi con lui in queste ore. «In ogni caso qualunque governo nascerà avrà vita breve».
Il leit motiv degli interventi dei parlamentari azzurri di Forza Italia è quello della spregiudicatezza politica. «È davvero imbarazzante lo zelo con cui autorevoli parlamentari renziani si affannano a chiedere al Pd una resa senza condizioni al M5s: niente veti su Conte, via libera al taglio immediato dei parlamentari anche se, lo ha detto lo stesso Renzi, fatto così è sbagliato, e niente indugi sulla sottoscrizione dei dieci punti programmatici presentati da Di Maio. Così gli esponenti dell'ala cosiddetta riformista del Pd sono diventati da un giorno all'altro la quinta colonna del populismo grillino, con una prece sulla coerenza e su un anno intero passato a scandire senzadime», dice Anna Maria Bernini. E Marco Marin rincara la dose: «I partiti si comportano come in un suk, sono orgoglioso che Forza Italia resti fuori dai mercanteggiamenti. Il Pd sta trattando la nascita del governo con il M5s partendo dalle poltrone dopo che per anni si sono ricoperti delle peggiori contumelie.
Il M5s usa e minaccia la tattica dei due forni tenendo aperta la porta sia al Pd che alla Lega con l'unico obiettivo di rimanere incollato alle poltrone ministeriali: chi ci sta, ci sta indipendentemente dalle cose da realizzare per il nostro Paese. La Lega dopo aver chiesto il voto non chiude a un nuovo governo con il M5s come se non avesse aperto essa stessa la crisi. Sembra di essere in un suk. E tutto questo si consuma purtroppo sulla pelle degli Italiani».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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