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Parigi Vestirsi di baci e poesie. Portare nel mondo parole di pace e amore. E ritrovarsi fieramente al punto di partenza che è un sogno chiamato couture. Con questi elementi Pierpaolo Piccioli ha costruito il prét à porter di Valentino per il prossimo inverno facendo un'altra bella capriola tra i valori fondanti del marchio e lo spirito del tempo di cui è portatore sano. Lo show si svolge sotto una frase scritta a lettere luminose in fondo alla sala.
Dice in inglese: «Le persone che ami diventano fantasmi dentro di te e a loro piace che tu li tenga vivi». È un'installazione del poeta e artista scozzese Robert Montgomery scelto con altri tre artisti (Greta Bellamacina, Mustafa the Poet, Yrsa Daley-Ward) come autori del prezioso libretto di poesie Valentino ON LOVE regalato ai presenti. I loro versi sono cuciti, ricamati e in qualche caso suturati dentro ai modelli perché lo scopo non è tanto esternare parole quanto interiorizzare concetti strettamente legati all'amore. Ecco infatti che su un fantastico cappotto di lana nera compare la riproduzione fotografica di una statua dello scultore Stephen Sinding con un uomo e una donna che si baciano per l'eternità.
La stessa grafica si ritrova sulla maxi felpa bianca e sugli abiti longuette con quella costruzione staccata dal corpo che è una delle tante innovazioni apportate da PPP alla mistica del brand. In passerella c'è di tutto: abiti corti e lunghissimi, gonne e pantaloni, un fantastico trench con la stampa degli amanti di marmo, molto nero e innumerevoli colori. Quel che conta, però, sta all'interno come succede negli abiti di couture. Così dentro al caban di cashmere arancio con piume svolazzanti compaiono le parole «avvolgimi, liberami, guardami» ricamate in perline nere. Però ci commuove parecchio scoprire che nei modelli più belli, fatti di cady tagliato meravigliosamente e cucito con virtuosismi sartoriali, non ci sia niente. «La poesia è il vestito stesso» conclude Piccioli con semplicità prima e dopo la standing ovation. Un altro designer che non si atteggia a genio scorbutico è Tommy Hilfiger, l'americano a Parigi più simpatico e coinvolgente che si possa immaginare. Per la quinta tappa della sua sfilata itinerante TOMMYNOW, la prima in collaborazione con Zendaya (attrice, cantante, ballerina e attivista statunitense), sceglie il teatro degli Champs-Elysees e lo trasforma in una divertentissima disco degli anni Settanta con tanto di pista luminosa per il pattinaggio a rotelle. Sotto i bassorilievi di Bourdelle un cast davvero incredibile di donne dà vita a un vero e proprio spettacolo.
Ci sono tutte le top possibili, ma anche la modella con la vitiligine (Winnie Harlow), le curvy più belle e burrose del mondo, la quasi settantenne Pat Cleveland che ancora danza come nessuna in passerella e Grace Jones che a 70 anni resta una pantera.
«Zendaya voleva dare spazio alle donne che in genere non sfilano» spiega Tommy mostrando con un certo orgoglio i capi ispirati a quella decade di musica e follia: Woodstook, l'età dell'Acquario, il lurex, i colori e il tailleur pantaloni bianco che accomunava Bianca Jagger e David Bowie. Fatto benissimo in molti casi da noi in Italia, venduto in 70 paesi al mondo in tempo reale sul web: è il miglior see now buy now che ci sia. Anche da Hermés c'è un'idea degli anni '70: gli short, le gonne pencil, quella borsa (Sac Ceinturé) chiusa come un pacco di libri tenuti insieme da una cinghia. Il riferimento potrebbe essere Love story, ma la designer Nadege Vanhee-Cybulski evita saggiamente di svelare i suoi segreti.
Thom Browne invece fa di tutto per farci capire che il punto di partenza è il ritratto di Una Troubridge (l'amante dell'autrice de Il pozzo della solitudine) fatto da Romaine Brooks, pittrice bisex che D'Annunzio battezzò la Cinerina perchè vestiva sempre di grigio. Insomma una storia lesbo-chic per uno stile chic e basta.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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