Se non accogli il profugo multa da 250mila euro

Ora Bruxelles pensa a una revisione del trattato di Dublino per distribuire gli stranieri nei Paesi europei. A chi rifiuta l'accoglienza, multe salatissime

Se non accogli il profugo multa da 250mila euro

L'ingiusto «sistema Dublino» che regola l'accoglienza ai profughi, creando una marea di problemi a loro e agli stati di frontiera dell'Unione europea, resterà in piedi. Ma la proposta di riforma che la Commissione europea presenterà oggi rompe un tabù, per la prima volta si dà un prezzo alla vita di un migrante: 250.000 euro.

La somma viene quantificata nelle bozze del documento degli eurocrati di Bruxelles circolate in questi giorni e oggi scopriremo se ci sono stati cambiamenti. La raccomandazione della Commissione è la carta di riserva, un compromesso al ribasso rispetto agli altisonanti proclami del presidente della Commissione Jean-Claude Juncker che mirava a una gestione centralizzata dell'accoglienza, superando il sistema del regolamento di Dublino secondo cui l'obbligo dell'asilo spetta al Paese europeo in cui il rifugiato ha messo piede per primo. Questa regola ha messo in crisi Italia e Grecia e creato il fenomeno del cosiddetto «asylum shopping», cioè l'insieme di manovre elusive dei migranti per evitare di essere bloccati nello Stato di arrivo e scegliere loro in quale Paese chiedere l'asilo. Un caos organizzato che però piace ad alcuni Paesi, ad esempio all'Inghilterra, che ogni anno rimanda indietro migliaia di profughi che con questo meccanismo non possono chiedere asilo a Londra. Sono i cosiddetti «dublinanti».

Fallito il tentativo di superare questo sistema, la Commissione scommette sul contraddittorio concetto di solidarietà obbligatoria: gli Stati membri ospiteranno una quota di profughi in modo da alleggerire il fardello dell'accoglienza che ora grava su pochi Paesi, tra cui Italia e Grecia. Il tentativo di smistare 160.000 persone in due anni dai due Paesi mediterranei verso il resto d'Europa, in sei mesi si è arenato a quota 1.400 trasferimenti, di cui 560 dall'Italia. Anche chi aveva accettato di accogliere una quota di migranti, poi non l'ha fatto. E allora ecco l'idea di dare la possibilità agli Stati di rifiutarsi di accogliere, ma pagando 250.000 euro per ciascun «ricollocato» respinto. Il nuovo sistema ha flebili chances di funzionare, ma intanto avrà due effetti collaterali di principio. Da una parte ammette che ospitare i profughi è un problema anche economico, spazzando via la retorica dell'accoglienza che i leader europei riservano alle conferenze stampa, mentre nel chiuso dei summit decidono come blindare le frontiere. Dall'altra può creare un nuovo «mercato» dell'asilo, in cui ciascun Paese ricorrerà a ogni mezzuccio per non pagare. Non un bello spettacolo per «l'Europa dei diritti».

Resta da capire poi in quali casse finirà il ricavo delle multe e come sarà usato. L'Italia nel 2015 ha speso 3,3 miliardi per l'accoglienza (il 30% è per il salvataggio in mare) e l'Unione le ha destinato fondi per 560 milioni. Se le multe servissero ad aumentare i fondi destinati ai Paesi ospitanti, il provvedimento creerebbe almeno un embrione di solidarietà europea. Ma la «solidarietà obbligatoria» e automatica è già stata respinta dalla maggior parte dei Paesi membri dell'Ue perché ritenuta un meccanismo che spinge sempre più migranti a tentare il viaggio della speranza verso l'Europa.

La cifra di 250.000 euro, sempre che non crolli durante la trattativa tra Stati sicuramente già in corso, è abbastanza alta da rappresentare un deterrente per chi vuol rifiutare l'accoglienza, basti pensare che per il ricavato delle multe, se tutti i 160.

000 ricollocati venissero rifiutato, ammonterebbe a 40 miliardi. Per fare un paragone, si può stimare che l'Italia spenda 15-30.000 euro l'anno per la sussistenza di ciascun profugo. Nel piano poi c'è un buco: i rifugiati accetteranno di essere «venduti» per la cifra stabilita?

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