"Se non vince almeno a Roma...". Ora i dem minacciano Letta

All’interno del Pd i malumori sono tanti. Al segretario viene rinfacciato di aver spostato il partito troppo a sinistra, con conseguenze nefaste a livello di consensi

Il segretario del Pd Enrico Letta
Il segretario del Pd Enrico Letta

Le elezioni amministrative di Roma rischiano di diventare l’ultima spiaggia per il segretario del Partito democratico Enrico Letta. I sondaggi non sorridono ai democrat e a rimetterci potrebbe essere proprio il leader, ritornato da Parigi con grande entusiasmo, ma finito ben presto nel tritacarne della politica italiana. All’interno del Pd i malumori sono tanti. A Letta viene rinfacciato di aver spostato il partito troppo a sinistra, con conseguenze nefaste a livello di consensi. In questo modo si rischia di perdere gli elettori di centro, che auspicano piena fedeltà dei parlamentari del Pd al governo Draghi. In più, fa paura il sorpasso nei sondaggi di Fratelli d’Italia, che rimette in discussione anche le strategie politiche nazionali. La Capitale, però, resta un banco di prova importante per il segretario.

Oggi pomeriggio, come riporta Marco Antonellis su Italia Oggi, i candidati alle primarie del centrosinistra per Roma si ritroveranno tutti insieme in piazza Albania, al lato del parco della Resistenza, per firmare la Carta degli intenti della coalizione. È la prima uscita pubblica di Roberto Gualtieri, Giovanni Caudo, Stefano Fassina, Imma Battaglia, Paolo Ciani e Tobia Zevi oltre ai coordinatori della coalizione, a partire dal segretario del Pd Roma, Andrea Casu. Si parlerà di programmi e della “Roma del futuro”, intesa come “Capitale del lavoro, equa, ecologica e accogliente”. Letta, in ogni caso, continua ad andare avanti per la sua strada.

Ospite del convegno "Ius Soli. Italiano, modestamente, lo nacqui", organizzato quest'oggi da Acli presso la sede nazionale di via Marcora a Roma, il segretario dei dem è tornato alla carica per cambiare le regole per ottenere la cittadinanza italiana. Il segretario preannuncia il suo strenuo impegno nella realizzazione di un progetto per il quale da sempre il Pd si batte, promettendo che, se anche non risultasse possibile portarlo a compimento in questa legislatura, ci sarà sempre la prossima per attuarlo (sempre che, ovviamente, le urne possano permettere ai democratici di tornare al governo).

"E lo vogliamo fare a partire da un grandissimo sforzo culturale", annuncia in pompa magna l'ex premier, che continua: "L'ho volutamente messo nel dibattito di uscita dalla pandemia perché io mi sento di legare le due cose. L'Italia nuova del post Covid deve emendarsi di tanti difetti del passato. Dopo aver sconfitto il virus, quindi, il Paese deve battersi per estendere la cittadinanza italiana agli immigrati.

Dopotutto, si tratta di una legge che si sarebbe dovuta fare almeno dieci, venti anni fa”. Un’insistenza quella di Letta che sta irritando diversi colleghi di partito, che non vogliono prestare più il fianco e hanno intenzione di fermare l’emorragia di voti del Pd.

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