Se la sinistra sfrutta i bambini sullo ius soli

E Grasso tenta il blitz in Senato

Se la sinistra sfrutta i bambini sullo ius soli

A una buona causa manca solo una buona faccia. E nessun volto è buono, innocente, irresistibile quanto quello di un bambino (qualcuno preferisce i cuccioli di cane, ma loro non hanno problemi di cittadinanza). Sono quegli «occhioni spalancati» che Renzo Piano ha visto nelle scuole d'Italia, come racconta a Repubblica, che lo ha intervistato in qualità di archistar, sì, ma soprattutto di senatore a vita. Quei ragazzini che «parlano la lingua italiana che li chiama diversi, pensano e giocano in italiano ma non hanno il diritto di dire sono italiano».

Alla causa per lo ius soli, che per il Pd e la Repubblica e un certo mondo che ruota loro attorno è appunto la «buona causa» da sostenere in questo momento (anche con uno sciopero della fame a rotazione, come il ministro Delrio), nel giorno in cui il presidente del Senato Pietro Grasso tenta il blitz a Palazzo Madama («Mi auguro si possa aprire una finestra per poterla calendarizzare»), mancava appunto la retorica delle lacrime. Del cuore di mamma. Perciò eccola. È cominciata l'altra sera, nel salotto di Fabio Fazio: a Che tempo che fa Roberto Saviano ha presentato il suo nuovo libro, Bacio feroce (Feltrinelli), che è una specie di seguito de La paranza dei bambini e parla - incidentalmente - di ragazzini (della camorra, non quelli che manifestano, più o meno spontaneamente, per lo ius soli). Il collegamento con l'attualità è presto fatto: nel tour di presentazione del nuovo romanzo, Saviano sarà accompagnato proprio da quei ragazzini che «sono nati in Italia da genitori non italiani», per ribadire il messaggio. Con un invito a scrittori e giornalisti che presentano un loro libro a fare altrettanto. Perché è «una barbarie contro i bambini, togliere il passaporto italiano». Certo, la parola «barbarie» associata a «bambini» sortisce il suo effetto. In precedenza, Saviano aveva fatto appello alle mamme - e chissà che non fossero ancora in ascolto. Anche Renzo Piano si è rivolto «alle mogli» dei suoi colleghi (intesi come parlamentari), «mamme italiane». Figure mitologiche, addirittura religiose, visto come prosegue il ragionamento: «Siamo tutti cristiani, anche quelli laici come me. Siamo cresciuti con un'idea di Cristo che non è la Croce ma il Bambinello: la Madonna nella grotta, la natalità. Come può un cristiano buttare via questa occasione storica in nome di un calcolo elettorale, di una paura, di un voltastomaco, di un cattivo umore?».

Già, come può un cristiano (in senso lato, addirittura laico) non commuoversi? Come può non abbracciare la «buona causa» con la faccia del bambino, vale a dire l'amico del figlio, o del nipotino, il compagno di scuola, di calcio, di oratorio, di pallavolo, di scout, etc etc? Le battaglie vanno combattute ma, quando si mettono in mezzo i bambini e anche le «mamme» per intenerire i cuori, quelle battaglie, indipendentemente che le si sostenga o meno (anzi con maggiore irritazione, nel primo caso) iniziano a odorare quantomeno di opportunismo. Perché come si fa, per calcolo elettorale, a usare la faccia e la storia di un bambino (compagno di scuola, di calcio, etc etc), senza nemmeno «una paura», «un voltastomaco», «un cattivo umore»?

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