
Sequestrata in casa e torturata per due giorni con una katana e un machete. L'aguzzino, un domenicano di 41 anni, è stato arrestato. Sequestro di persona, rapina aggravata, lesioni personali aggravate dall'uso di armi e atti persecutori le accuse della Procura di Modena.
Un fatto assurdo accaduto nei giorni scorsi nella cittadina emiliana. Lei modenese, il compagno originario delle Repubblica Domenicana. Una storia complicata la loro, portata avanti a fatica dalla donna. Martedì scorso i due si incontrano, forse per chiarire e, magari, decidere di farla finita chiudendo il rapporto violento. Questa volta, però, lui è più aggressivo del solito, rabbioso. La costringe a fare un lungo giro in auto per le campagne modenesi, le impedisce di scendere minacciandola di morte fino al termine della folle corsa, davanti alla sua abitazione. All'interno dell'appartamento la chiude a chiave in una stanza togliendole il telefono cellulare e i documenti di identità. «Se urli ti ammazzo» le dice. Ai carabinieri la donna racconterà che non le consentiva nemmeno di andare in bagno, costringendola a fare i suoi bisogni in una scodella. «Mi sentivo umiliata, in certi momenti avevo paura che mi ammazzasse» metterà a verbale. Eppoi le botte, utilizzando anche il manico di una katana e la parte piatta di un machete. Non solo. Schiaffi, pugni e morsi ovunque, tagliandole persino ciocche di capelli. Un incubo per la poveretta durato ben 48 ore.
Fino a giovedì scorso quando la vittima riesce a liberarsi e a fuggire quando il suo carceriere si addormenta, recuperando lo smartphone nascosto sotto il materasso. Non è la prima volta che l'uomo le usa violenza. Sarebbe stata l'ultima. La donna fugge in strada e chiama, disperata, un'amica che la raggiunge e la porta al policlinico. Qui i medici di guardia, dopo averla visitata e medicata, la sottopongono a diversi esami compresa una tac. Trauma cranico, frattura del setto nasale, ferite, ecchimosi e lussazioni in varie parti del corpo per 30 giorni di prognosi.
Al pronto soccorso arrivano anche i carabinieri allertati dai sanitari. Raccolta la denuncia e i referti medici, l'informativa viene inviata in Procura. Il gip non può far altro che accogliere la richiesta di arresto del pm e firmare l'ordinanza di custodia cautelare in carcere. Il giorno successivo, venerdì, l'uomo viene rintracciato e ammanettato. La notizia, però, inspiegabilmente viene diffusa dalla Procura solo ieri.
Un caso isolato? No. Esattamente un anno fa, nel maggio 2024 sempre a Modena, nel distretto ceramico, una ragazza di 18 anni viene chiusa in casa da un coetaneo, suo ex fidanzato. Il giovane la picchia con una violenza inaudita per diversi minuti fino a quando lei crolla a terra. Mentre è svenuta, lui mette in rete foto e video intimi della poveretta. Poi rompe il cellulare per impedirle di cancellare i post. Poi lui si allontana, la ragazza rinviene e riesce a fuggire.
Raggiunge a piedi un bar, i gestori chiamano la madre della 18enne che la soccorre e porta in ospedale. Tre anni prima a Castelfranco Emilia una donna di 36 anni viene legata, segregata e violentata dal compagno per tre giorni.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.