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Senza Milano non si fanno grandi affari

Senza Milano non si fanno grandi affari

E Milano signor Xi Jinping? Perché è impeccabilmente elegante il colletto alla Mao esibito l'altra sera dal presidente della Cina al ricevimento offerto in suo onore al Quirinale. Chicchissima la bella (e brava) moglie Peng Liyuan in tailleur panna griffato Ma.Ke. e arrivata con lui a bordo di una limousine da quasi sei metri di lamiere blindate del valore di 800mila euro e fatta appositamente arrivare da casa. Alla faccia del comunismo, perché comunque io so io e voi nun siete un... Tutto bellissimo, compreso il sogno di una nuova Via della Seta sulle tracce di Marco Polo e il protocollo da 2,5 miliardi di euro siglato ieri con il premier Conte.

Ma in tutto questo un'inquietante domanda aleggia da giorni, soprattutto a latitudini un po' più alte di quelle dei Palazzi romani. Ma cosa diavolo sono andati a fare Xi Jinping e deliziosa consorte a Palermo con ben due Boeing 747 Air China e gli oltre cinquecento membri della delegazione che comprende medici personali e pure cuochi? Come se da queste parti non ci fosse nessuno in grado di cucinare. Perché va bene la prima tappa a Roma, non fosse altro che per la soddisfazione di far sventolare sul Colle la bandiera rossa (qualcuno potrebbe insinuare del sangue di milioni di persone private della vita o quantomeno degli anche più basilari diritti umani). Ma poi se lo scopo era veramente intrecciare rapporti politici e soprattutto economici con l'Italia, l'aver scelto solo Roma e poi la Sicilia invece di Milano, suona davvero come un affronto a chi guadagna la pagnotta per tutti. La città che produce il 10% del Pil nazionale (pro capite 45mila euro, il doppio della media nazionale), ospita 3mila multinazionali, un terzo di quelle in Italia e 300mila dipendenti oltre a 10 milioni di turisti all'anno. Tutto questo senza tener conto dell'effetto turbo dell'Expo che si vedrà nei prossimi anni. Perché Milano è ormai da decenni la vera fucina di idee, politiche e culturali, culla del sapere scientifico e umanistico che si riflettono sulle pareti a specchio dei grattacieli dei nuovi quartieri, diventati la vetrina dell'Italia nel mondo. Certo sembra che le immagini delle Vacanze romane siano state le più gradite dalla first lady, così come il coccodrillo in porfido rosa del tempio romano di Serapide sulle cui rovine sorse Palazzo Colonna. E proprio per questo di gita ce n'era già abbastanza, senza bisogno della luna di miele palermitana per una coppia sposata dal 1987. Perché è vero che vista da Pechino, Milano è solo un puntino sul mappamondo, ma se qualcuno vuole parlare con l'Italia è forse qui che dovrebbe venire. E un tempo l'unica persona di fronte alla quale l'imperatore della Cina si alzava era l'ambasciatore della Serenissima Repubblica di Venezia.

Patria degli affari e non dei trastulli.

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