Sesso con ragazzini nella canonica Arrestato prete a Roma

Manette a Don Alessandro parroco nella zona bene dei Parioli Accuse partite dall'Argentina, dov'era in servizio fino al 2013

RomaAbusava di ragazzini in canonica. In alcuni casi li avrebbe costretti persino a praticare sesso di gruppo. L'altra sera l'epilogo di una vicenda drammatica, se confermata, con l'arresto del parroco di San Luigi Gonzaga, a Roma, nel quartiere bene dei Parioli. Sul sacerdote, Alessandro De Rossi, 46 anni, la magistratura argentina ha spiccato un mandato di cattura internazionale. La sera del 31 dicembre, prima dei festeggiamenti per l'anno nuovo, gli uomini della questura della capitale gli hanno notificato l'atto e, in attesa dell'eventuale estradizione, l'hanno portato in cella.

I fatti sarebbero avvenuti nella provincia argentina di Salta dove il prete aveva per anni prestato servizio spirituale «fidei donum», in accordo con il vicariato romano. Fino a quando, è il primo settembre 2013, a don Alessandro viene affidata la comunità di San Luigi Gonzaga, in via di Villa Emiliani, nel quartiere residenziale già noto alle cronache per lo scandalo delle baby squillo. Il parroco è accusato di aver corrotto minorenni e di averne abusato sessualmente all'interno dei locali parrocchiali nel periodo in cui esercitava le sue funzioni in Argentina, inducendoli a praticare sesso fra loro. La notizia dell'incriminazione è un nuovo scossone per la Santa Sede: «Io non ne so nulla. Sono fuori Roma per esercizi spirituali. È una cosa che non parte dal Vaticano», ha spiegato padre Lombardi, direttore della Sala Stampa Vaticana e portavoce del Papa. L'indagine tuttavia, sarebbe stata avviata, secondo indiscrezioni, dalla stessa diocesi argentina in virtù della nuova politica antipedofilia voluta dagli ultimi due papi.

Suona paradossale, oggi, il pensiero di don Alessandro: «Ho trovato tanta fame e sete di Dio e ho puntato a dare valore alle persone, soprattutto ai ragazzi: far conoscere loro un Dio che ti ama così come sei e aiutarli ad avere delle opportunità future». A pronunciare queste parole è stato proprio lui, don Alessandro De Rossi, durante un'intervista al settimanale della diocesi romana RomaSette nell'ottobre 2013 raccontando la sua esperienza come missionario in Argentina. «Stavo a duemila chilometri dal cardinale Bergoglio ma non l'ho conosciuto purtroppo - riportava RomaSette -. Un centro piccolo e ricco, la periferia grandissima e di una povertà estrema». Parlando del suo operato con la comunità in Argentina, Don Alessandro ha poi aggiunto «il mio lavoro era recuperare la gente e formare una bella comunità». Osservazioni inquietanti, alla luce delle accuse mosse contro il parroco che non troverebbero riscontro nel ricordo dei fedeli romani. «Una persona di grande fede e umanità» commentano all'uscita della Messa pomeridiana. La parola ora passa alla magistratura argentina.

Di sicuro la piaga della pedofilia nel clero continua a far discutere. Due mesi fa il parroco di Santa Croce, Trieste, si è suicidato, impiccandosi, dopo aver ammesso davanti alla Curia di aver abusato, anni prima, di una ragazzina di 13 anni.

Maks Suard, appartenente alla comunità slovena, 48 anni, si è tolto la vita dopo una struggente confessione che anticipava l'abbandono forzoso della comunità assegnata. Secondo la legge canonica, difatti, ammettendo le proprie responsabilità avrebbe perso ogni incarico.

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