Sexgate, la May perde un pezzo: via un ministro

Il responsabile della Difesa Fallon travolto dalle scandalo. Nei guai pure il segretario di Stato

Sexgate, la May perde un pezzo: via un ministro

Londra Nel Sexgate britannico cade la prima testa del governo May. Ieri, in serata, si è dimesso il ministro della Difesa Michael Fallon, «colpevole» di aver messo una mano sulle ginocchia di una giornalista durante una cena. Non si tratta dell'accusa più grave nella lunga lista della libidine diffusa in questi giorni, ma per Fallon è stata sufficiente. In una breve dichiarazione il ministro ha ammesso che la sua condotta non risponde agli standard richiesti dalle Forze Armate e che è giusto che il Parlamento affronti il problema molto seriamente. Sempre ieri però alcuni dei deputati conservatori presenti nel «foglietto della vergogna» sono invece andati al contrattacco definendo «falsità totali» le accuse contro di loro. Primo fra tutto Damian Green, segretario di Stato e primo alleato di Theresa May nei negoziati su Brexit. Green - accusato di aver fatto delle avance inappropriate ad un'attivista del partito di 30 anni più giovane durante un incontro avvenuto in un pub nel 2015 - ha dichiarato: ogni affermazione fatta è falsa e mi ferisce profondamente».

Anche Dominic Raab e Rory Stewart hanno rimandato al mittente tutte le accuse insistendo sul fatto che non si possono mettere alla gogna delle persone innocenti compilando una lista anonima con delle accuse generiche e non verificate. Raab ha diffuso anche una nota in cui dichiara che «ogni accusa di abuso o molestia sessuale è completamente falsa e maliziosa» aggiungendo di essersi già consultato con un legale. Stewart, che ha ricoperto incarichi sia al Ministero degli Esteri sia nel Dipartimento per lo Sviluppo internazionale, è finito nell'elenco perché si presume abbia richiesto a una ricercatrice parlamentare di «fare strane cose». La presunta vittima, Sophie Bolsover, che non lavora più per il parlamentare, ha smentito tutto dichiarando: «Durante il periodo in cui ho lavorato in Parlamento il signor Stewart è stato un capo eccellente e molto professionale».

Ieri May ha affrontato la questione alla Camera, con Green seduto al suo solito posto, proprio accanto a lei. Il primo ministro ha annunciato di aver mandato una lettera ai leader dei maggiori partiti politici invitandoli a collaborare nella creazione di un nuovo organismo indipendente che sia in grado di far fronte nel modo più efficiente possibile a problemi di abusi riportati dallo staff parlamentare.

Ma è proprio sull'indipendenza di chi vigila su comportamenti simili che i laburisti hanno, a questo punto, sferrato un attacco alla May. La deputata Lisa Nandy ha infatti chiesto conto delle voci secondo cui l'ufficio di controllo disciplinare dei Conservatori in passato avrebbe raccolto un numero imprecisato di dossier relativi a molestie sessuali compiute dai propri membri per ricattarli politicamente al momento più opportuno.

«Non vorrei che oggi commettessimo gli stessi errori» ha concluso Nandy. «Sarò molto chiara su questo, se si è a conoscenza di abusi che hanno rilevanza penale, le persone dovrebbero andare alla polizia» ha replicato May.

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