Ma per sfizio si arricchisce la criminalità

Ma per sfizio si arricchisce la criminalità

Se la legalità è un principio, allora è inderogabile ed è uguale per tutti. Certo, a volte ci sono leggi astruse che superano i limiti del buonsenso, ma non è questo il caso.

Al di là del folclore e dell'occasionale comodità di acquistare ammennicoli o godere di un massaggio in riva al mare, c'è una questione fondamentale oltre il principio: le conseguenze. Molti non si pongono neppure questa domanda, ma è necessaria una spiegazione. Tutto la merce che viene «commercializzata» sulle spiagge (e anche nelle città) contribuisce ad alimentare quel gigantesco mercato nero che affligge da tempo il nostro Paese. Non solo. Le griffe clonate (core business dei vu cumprà), ma anche tutti gli altri prodotti, penalizzano oltremodo le aziende produttrici e i rivenditori in regola.

In questo modo s'innesca un perverso meccanismo in base al quale chi vìola le leggi e le norme fiscali vende e incassa a scapito di chi, non soltanto le rispetta, ma è anche sottoposto a continui controlli e mantiene l'erario (cioè il portafoglio del Paese). Non si possono lanciare campagne contro l'evasione e poi far finta che il mercato ambulante illecito possa prosperare, impoverendo lo Stato e quindi noi stessi. Se parliamo di grande evasione bisogna guardare giustamente anche in questo settore. Dietro ai vu cumprà non ci sono dei modesti artigiani che lavorano per arrivare a fine mese, ma delle vere e proprie organizzazioni che si arricchiscono inondando, con i loro prodotti a basso costo, città e località turistiche.

E senza contribuire minimamente alla ricchezza nazionale e all'occupazione. E, ogni volta che noi acquistiamo le loro merci, riempiamo le casse di chi è avvezzo alle attività illecite e impoveriamo noi stessi.

Dobbiamo fare i conti con il nostro momentaneo vantaggio o piacere e con i danni che rechiamo all'economia reale. Magari servirebbero delle normative più semplici per regolarizzare questo tipo di vendita ambulante, senza penalizzarla. Ma oggi sono benvenute le leggi restrittive.

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