"Restituisca il simbolo". Lady Rousseau fa a pezzi Conte

La Sabatini fa a pezzi i vertici del M5S: "Casaleggio tradito dalle persone per smania di potere". E intima a Conte di resituire il simbolo del partito

"Restituisca il simbolo". Lady Rousseau fa a pezzi Conte

Giuseppe Conte autore di “un'evoluzione trasformista” del Movimento, Vito Crimi abbarbicato a un potere “per cui non aveva titolo”, Beppe Grillo garante e fondatore “che si è sacrificato” per i 5 stelle. È un'analisi del Movimento 5 Stelle ad ampio raggio quella che Enrica Sabatini, compagna e socia di Davide Casaleggio, consegna in un'intervista ad Annalisa Cuzzocrea sulla Stampa. Uno sfogo che anticipa il contenuto del libro Lady Rousseau, scritto dall'ex consigliera comunale di Pescara poi diventata responsabile degli Affari interni dei 5 stelle.

L'intervista assesta un altro duro colpo al Movimento, in un periodo particolarmente difficile e contrassegnato dalla decadenza di Conte per violazione dello Statuto, ma anche dai conflitti tra l'area dell'ex premier e quella vicina al ministro degli Esteri Luigi Di Maio, senza contare le fibrillazioni parlamentari dovute alla regola, ancora in vigore, che vieta il doppio mandato.

Ecco perché le parole di Lady Rousseau vanno a terremotare ulteriormente l'universo pentastellato. Il nuovo Movimento 5 stelle forgiato da Conte, secondo Sabatini, non è altro che “un'operazione di trasformismo politico, dovuta all'irriconoscenza e alla smania di potere delle persone più insospettabili: quelle a cui Gianroberto Casaleggio aveva dato più fiducia e che, per interessi personali, sarebbero state le più feroci nel tradirlo”. Parole al vetriolo di una testimone diretta.

Lady Rousseau è un libro scritto non tanto per celebrare la storia dei Casaleggio e, in particolare, le intuizioni di Gianroberto, quanto per dimostrare che il progetto delle origini non è fallito perché irrealizzabile, ma perché tradito da chi ne ha raccolto l'eredità.

Nell'intervista alla Stampa la Sabatini arriva perfino a chiedere a chi ha preso la guida del Movimento di rinunciare al simbolo: “Lo restituisca, perché quel logo lo aveva disegnato Gianroberto seduto alla sua scrivania e nulla ha a che fare con chi adesso lo detiene”. Tra i principali responsabili di questa deriva ci sarebbe proprio Conte, titolare di “una visione diversa da quella che ha sempre mosso i 5 stelle” e che “invece di farsi un partito personale, ha pensato di personalizzare il Movimento e provare a trasformarlo in un partito. Un'evoluzione che diventa trasformismo e infine aberrazione”. E questo spiegherebbe anche perché il M5S oggi è al suo “minimo storico del consenso”, dovuto al fatto che “non risponde più a quel patto di fiducia che aveva fatto con i cittadini”.

Conte sarebbe nient'altro che un temporeggiatore circondato da persone “paralizzate dalla paura del futuro”. Quanto alla decadenza del capo politico, determinata dalla decisione del Tribunale di Napoli, la compagna di Casaleggio è convinta che sia stata determinata da “una scorciatoia che non ha rispettato le decisioni degli iscritti”, da “una forzatura” che ha portato il Movimento “in un vicolo cieco”.

Tra tanti errori e utopie, Sabatini ammette comunque un errore di Casaleggio e Grillo: aver creato un Movimento di tipo verticistico solo in parte compensato dalla piattaforma Rousseau, creata per “distribuire il potere rendendo chiari i processi”. Secondo l'autrice del libro, il Movimento 5 Stelle ha sofferto il fatto di essere una “macchina in corsa” ma, in ogni caso,“il modello funziona” ancora.

Quanto a Grillo, Sabatini gli riconosce il merito di aver costruito tutto e di aver affrontato bene la recente crisi dei pentastellati. Di fronte alla possibilità di concedere deroghe sul divieto del doppio mandato, su cui spingono molto i parlamentari arrivati alla seconda legislatura e che vedrebbe la contrarietà dello stesso fondatore, la Sabatini ritiene che senza il divieto possa venire giù tutto, dato che “il Movimento è stato creato perché fosse aperto al rinnovamento, non per generare nicchie di potere e opportunità di carriere”.

Nell'intervista alla Stampa vengono analizzate anche le dinamiche sotterranee di un Movimento in cui il successore di Di Maio non sarebbe stato scelto per un anno per paura che vincesse Alessandro Di Battista. Da qui anche il giudizio tranchant su Crimi (“ha fatto di tutto per mantenere un potere per cui non aveva titolo”).

Lady Rousseau ribadisce il legame ancora forte con Dibba, ma anche la distanza con tutti gli altri portavoce. Una sottolineatura che sembra un j'accuse nei confronti degli attuali vertici del M5S.

Svelato anche un retroscena legato a Davide Casaleggio, a cui è stato offerto un ministero, poi “rifiutato”.

Altro segno inequivocabile della distanza che intercorre tra il Movimento sognato da Casaleggio e Grillo e quello guidato oggi da Conte e Di Maio.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica