Si sfascia la Rai di Matteo: anche Bignardi in uscita

Il direttrice di RaiTre con un piede fuori da Viale Mazzini. Ma l'azienda smentisce la trattativa

Si sfascia la Rai di Matteo: anche Bignardi in uscita

Un altro pezzo della Rai renziana pronto a smobilitare. Dopo l'addio di Campo Dall'Orto dalla poltrona di direttore generale, la prossima uscita sarà quella di Daria Bignardi, direttore di RaiTre, chiamata a guidare la rete più di sinistra della tv di Stato dopo aver a lungo condotto un talk show - non di eccezionale share - su La7, dove aveva più volte ospitato proprio Renzi (che proprio da lei lanciò il famigerato hashtag #enricostaisereno). Da tempo si vocifera dell'intenzione della Bignardi di dimettersi da Viale Mazzini, addio dato per imminente più volte, tanto che in pochi avevano scommesso di vederla ancora al suo posto alla presentazione dei palinsesti a fine giugno. «È una notizia infondata, ogni tre mesi se ne parla» rispondono informalmente dalla Rai, ma le voci di corridoio di Viale Mazzini raccontano un'altra storia. Spifferi che finiscono su Dagospia, che così fotografa la situazione: «La Bignardi nelle prossime ore dirà addio alla sua fallimentare direzione di Rai3: gli avvocati stanno trattando l'uscita». E da ex cliente e protetta di un mago delle contrattazioni come Beppe Caschetto (l'agente di Fabio Fazio), c'è da scommettere che l'uscita non sarà indolore per la Rai.

I rumors interni riportano anche i nomi dei papabili successori individuati dall'azienda. Entrambe donne, entrambe interne all'azienda, già state sondate ma senza successo dai vertici Rai. Si tratta di Silvia Calandrelli, attuale direttrice Rai Cultura (direzione che comprende Rai Scuola, Rai Storia, Rai 5 e le produzioni di prosa e musica colta per le reti generaliste), e poi Maria Pia Ammirati, direttrice di Rai Teche. Si era anche su un avvicendamento con Concita De Gregorio, editorialista di Repubblica e già conduttrice e autrice a RaiTre. Ma finora tutto è rimasto fermo, finora.

Perchè la Bignardi dovrebbe lasciare la Rai? In un'intervista definì «una parentesi, per quanto appassionante» la sua assunzione nella tv di Campo Dall'Orto, prima che le cose si mettessero male per l'ex dg renziano. Complice, anche, qualche fallimento su cui porta la firma la stessa Bignardi, come la cancellazione di un programma storico della terza rete come Ballarò, sostituito da un talk show affidato ad un giornalista esterno (una delle assunzioni finite nel mirino dell'Anac di Cantone, compresa quella della Bignardi) assunto appositamente da Sky su indicazione della direttrice di RaiTre, ma chiuso per lo share troppo basso. Non l'unico intervento poco fortunato della Bignardi, che nei programmi che ha inventato o dove ha fatto cambiamenti di conduttori (Amore Criminale, Il Tempo e la Storia) ha raccolto risultati sempre modesti.

Poi ci sarebbe la scomodità di abitare a Roma, mentre la famiglia (il marito Luca Sofri, fan di Renzi) vive a Milano. E poi il nuovo libro in uscita, dove si racconta di una donna che lotta contro l'ansia (si chiamerà Storia della mia ansia), e nell'anticipazione viene descritto come il racconto di una «patologia raccontata attraverso gli occhi della protagonista che potrebbe tranquillamente essere l'alter ego di Daria Bignardi».

Nel frattempo la direttrice ha presentato come novità del palinsesto di RaiTre un programma affidato al cantautore Dario Brunori. Che in una sua canzone, notano i maligni, scrive: «C'è chi beve Negroni, chi nemmeno un caffè, chi si è rotto i coglioni di guardare Rai Tre». Perfetto.

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