Da siccità ad alluvione Un'ora di temporale e cambia l'emergenza

Piove ma restano i razionamenti E si allaga la metro, il traffico in tilt

Da siccità ad alluvione Un'ora di temporale e cambia l'emergenza

Roma - Siccità prolungata, fontane a secco, lago di Bracciano prosciugato, idem il Tevere, caldo pazzesco e incendi a raffica. Un'estate infernale qui a Roma. E dicono pure che dopo il 10 si attende il ritorno della bolla africana, altro affondo caloroso dal Sahara. Speriamo di no, sarebbe il colmo. Nel frattempo tutti a fare la danza della pioggia, sindaca e giunta grillina in testa. Ma quando arriva che qui si muore di sete? Tutti ad aspettarla. E ieri, come previsto (da 3B Meteo), la pioggia è arrivata. Era ora. Solo che nella città dei paradossi quella che poteva sembrare una soluzione salvifica - la pioggia ripulisce l'aria e dona qualche riserva anche se resta confermato il razionamento idrico - diventa un problema. Perchè quei cento minuti hanno creato più disagi che altro. Due gocce d'acqua e non l'uragano texano hanno fatto sì che le strade si allagassero di una disgustosa (e pericolosa) schiuma bianca e che tre fermate della Metro A a ridosso di Cinecittà si allagassero. Le hanno chiuse per quattro ore, non dieci minuti. E pensare che solo due giorni fa la Raggi lodava il successo dell'amministrazione che aveva riaperto in anticipo di tre giorni la Metro A, chiusa in parte durante l'estate. E pensare.

Non c'è che dire, al netto dei soliti tombini ostruiti questa giunta a Cinque Stelle dimostra la stessa capacità di risolvere la questione del trasporto pubblico dei bistrattati Alemanno e Marino. Con l'aggravante che i trasporti erano in cima all'agenda della Raggi e non in quella dei due predecessori, più preoccupati dalla delinquenza venuta dall'Est. E in quest'ottica si prevedono altri giorni tragici per l'Atac e i suoi poveri utenti. Un'azienda in profondo rosso con dirigenti che cercano tante soluzioni al deficit finanziario tranne quella giusta, e cioè la reintroduzione del bigliettaio a bordo del bus. Troppo complicato far scendere chi non sa cos'è il biglietto. Già l'Atac col suo valzer ininterrotto di poltrone: dopo Rota e Fantasia, rispettivamente direttore generale e amministratore unico di Atac, lascia anche il direttore operativo Giraudi. Avanti un altro. Un'azienda ormai ostile al cittadino che d'estate offre un servizio indecente perchè tanto stanno tutti al mare. E che fa sapere (per bocca di un paio di sindacati di base) di aver già stabilito le date dei primi scioperi di settembre: la mattina di martedì 12 «contro il Concordato voluto dal Campidoglio» (e in odiosa concomitanza con la riapertura delle scuole), e mercoledì 20, stavolta per tutto il giorno.

Uno spot convincente per il mercato delle due ruote. Così facendo la media da record mondiale di uno sciopero dei mezzi pubblici ogni 17 giorni potrà essere battuto o perlomeno eguagliato. In mancanza di coppe e di campioni a Roma si vive di questi primati.

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