Il silenzio di Casaleggio: solo il voto su Rousseau può tenere unito il M5s

Il guru avrebbe preferito le urne a Draghi. Conte: "Voltargli le spalle è voltarle al Paese"

Il silenzio di Casaleggio: solo il voto su Rousseau può tenere unito il M5s

Anziché parlare preferisce far pesare la sua piattaforma. Le ultime dichiarazioni pubbliche di Davide Casaleggio risalgono a venerdì. Appena arrivato a Roma, il guru incontra qualche parlamentare che gli è rimasto fedele e affida a Facebook il suo pensiero. «Ho incontrato diversi parlamentari e ministri qui a Roma. Qualunque sarà lo scenario politico possibile c'è ampio consenso sul fatto che l'unico modo per avere una coesione del M5s sarà quello di chiedere agli iscritti su Rousseau», scrive il giorno prima del via libera ufficiale del M5s al governo Draghi.

Sabato, durante la riunione dello stato maggiore con Beppe Grillo, non proferisce parola. Tre quarti d'ora di capo chino e perplessità mentre Grillo si prendeva tutto il palco. Meglio far pesare la piattaforma e i dati. Infatti, al momento in cui scriviamo, l'ipotesi di far votare su Rousseau il sostegno grillino al nuovo esecutivo è ancora in piedi. «Ancora non si sa nulla», rispondono i parlamentari e si chiudono in silenzio, anche loro. Ma lo stesso Luigi Di Maio non ha chiuso a una consultazione online in tempi rapidi. Per Casaleggio si tratta dell'«unico modo per non spaccare il Movimento». Altrimenti, senza voto online, il guru potrebbe seguire in una nuova avventura Alessandro Di Battista e i deputati e i senatori fermi sul no a Draghi. «Davide avrebbe preferito tornare a votare dopo la crisi innescata da Renzi», dice un amico che gli ha parlato nelle ultime ore. Di Maio è l'uomo dello stato maggiore con cui l'imprenditore tiene ancora i canali aperti. Perché c'è da mettersi d'accordo sul famoso «contratto di servizio» tra Rousseau e il M5s. In modo da non recidere il rapporto, pur limitando l'influenza del guru e annullando l'osmosi con il corpo politico pentastellato. L'ex capo politico è quasi obbligato ad ascoltare Casaleggio. Che ha in mano ancora alcuni asset fondamentali per la sopravvivenza dei Cinque Stelle. Il Blog delle Stelle, organo ufficiale del M5s, è gestito dall'Associazione Rousseau. A cui è intestato anche il dominio del sito. Come pure è stato registrato dall'associazione di Casaleggio il portale movimento5stelle.it. Senza dimenticare forse l'arma più forte nelle mani del figlio del cofondatore. Parliamo della tutela legale nei confronti del Garante. Rousseau provvede agli avvocati per difendere Grillo nelle decine di cause che gli sono state intentate negli anni in tutta Italia. A questo proposito, una fonte del M5s insinua: «Casaleggio è stato molto penalizzato nel suo potere dalla decisione del Pd di ritirare tutte le cause contro Grillo». Restano però altri procedimenti per diffamazione e tutti i processi contro gli attivisti e gli eletti espulsi quando Grillo era il leader assoluto del M5s. In più c'è la funzione di Rousseau «Scudo della Rete». Messa a disposizione sulla piattaforma per la tutela legale di iscritti ed esponenti politici. Infine ci sono i dati degli iscritti al M5s, ora in possesso dell'Associazione. Strumenti che sarebbero subito nelle mani degli scissionisti pronti a votare No a Draghi (preoccupano una decina di ribelli al Senato), se solo Casaleggio decidesse di seguirli.

Il premier uscente Giuseppe Conte ieri all'assemblea M5s ha avvertito: «Voltare le spalle a Draghi sarebbe come voltarle al Paese, non è il tempo dell'autolesionismo e dell'autoesclusione. Io resterò fuori dal governo. Dovrà avere un perimetro ben delineato o rischia di essere inconcludente».

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