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Sileri sfiducia Speranza. "Sul piano pandemico bugie dalle mele marce"

Il sottosegretario M5s accusa molti dirigenti del ministero: "Mi dissero che era tutto ok"

Sileri sfiducia Speranza. "Sul piano pandemico bugie dalle mele marce"

Alla vigilia delle mozioni di Fdi ed ex Mx5 in Senato anche il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri sfiducia il «suo» ministro Roberto Speranza sul piano pandemico: «A maggio ad agosto continuavano a dirmi che il piano pandemico era stato aggiornato. C'è voluta la procura di Bergamo per confermare che il piano era quello del 2006 e garantisco che nonostante una mail ricevuta il 15 di aprile del 2020, nel quale si diceva che era stato aggiornato al 2008-2009 ci sono stati soggetti all'interno di questo ministero che erano convinti che il piano era stato aggiornato», ha detto ieri a Omnibus su La7 l'esponente politico vicino a M5s. Dichiarazioni che, secondo fonti del Giornale, sarebbero già state fatte in Procura nei mesi scorsi, quando Sileri sarebbe stato sentito dai pm che indagano per epidemia colposa. E che tracciano un solco tra e Speranza e Sileri, difeso da alcuni parlamentari M5s: «Siamo certi che la giustizia farà il proprio corso».

Ma il sottosegretario in tv ha lanciato accuse pesanti anche a Ranieri Guerra, ex responsabile della Prevenzione del ministero oggi all'Oms, («A dicembre del 2020 continuava a dirmi che aveva lasciato un piano aggiornato, piano che non ho mai trovato») e al suo successore Claudio D'Amario, che nei giorni scorsi in tv ha ammesso di aver gonfiato il test Oms del 4 febbraio 2020 sull'autovalutazione della capacità dell'Italia di resistere a una pandemia come il coronavirus. All'Agi qualche giorno fa Sileri disse che proprio D'Amario lo aveva rassicurato sull'aggiornamento del piano pandemico («È stato rinnovato al 2016, ed è pronto anche il nuovo», gli avrebbe detto).

Non basta. Sileri ha anche detto che alla vigilia della pandemia avrebbe chiesto (invano) al ministero di comprare dei respiratori e di aumentare i posti disponibili nelle terapie intensive. «Non ho mai avuto i verbali del Comitato tecnico scientifico, a cui ho fatto una trentina di domande. Non ho mai avuto risposta, mai!». Tra le «mele marce» (Sileri dixit) che l'avrebbero rassicurato sul piano pandemico, oltre a Guerra e D'Amario ci sarebbe anche Giuseppe Ruocco, segretario generale del ministero della Salute, già ascoltato per sei ore come persona informata sui fatti dai magistrati di Bergamo lo scorso 18 gennaio.

L'assenza di un piano sarebbe precisa responsabilità di Guerra e D'Amario, come confermano diverse carte in mano agli inquirenti che il Giornale ha potuto consultare, ed è per questo che Guerra si sarebbe speso in prima persona per cancellare il report Oms redatto a maggio dall'equipe guidata dal funzionario della sede Oms di Venezia, Francesco Zambon. Il documento che sbugiardava il ministero - poi ripescato da Robert Lingard, il consulente dei legali dei familiari delle vittime della Bergamasca - era sparito dopo 24 ore anche perché Zambon si sarebbe rifiutato di postdatare il piano, facendolo sembrare aggiornato al 2017. Ma questo non discolpa Speranza, che probabilmente sapeva del report già ad aprile, perché informato dal suo capo di gabinetto Goffredo Zaccardi.

Nel suo libro Perché guariremo, pubblicato e poi sparito dalle librerie, a pagina 21 Speranza poi dice: «Non ho un manuale di istruzioni per questa emergenza. Nessuno di noi lo ha». Ma ci sono una serie di documenti di Oms, Onu e Banca Mondiale che lo smentiscono. Nel 2017 l'Oms definisce le pandemie influenzali «eventi imprevedibili ma ricorrenti che possono avere importanti conseguenze sociali, economiche e politiche». E questi organismi indipendenti ribadiscono che «la pianificazione e la prevenzione preventiva sono cruciali per mitigarne gli affetti avversi». Ci sono quasi 120mila morti, qualcuno poteva essere salvato da un piano aggiornato? Che serviva lo sapevano Guerra e D'Amario e lo sapeva Ruocco. Speranza poteva non saperlo? Parola ai pm.

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