Roma Diffidate delle imitazioni. Lui, Gianfranco Rotondi, classe 1960, si definisce «custode della memoria dc». Ma in realtà è molto di più: il primo e più coerente degli alleati di Berlusconi. Altro che gamba della coalizione, «aspiro a essere il turbo, cioè il cuore».
Che cos'abbia di diverso questo orgoglioso dc di scuola irpina (giammai demitiana) dagli altri cultori dello Scudocrociato è presto detto: trent'anni fa ha scelto Berlusconi come leader e continuatore della tradizione Dc e da lì non s'è schiodato. Dal 2005 ha un suo partito, Rivoluzione cristiana, che, assieme al Partito animalista della Brambilla, sarà l'unico federato a Forza Italia. «Siccome sarà una lotta da Colosseo, Berlusconi s'è avvantaggiato, avendo con sé fiere e cristiani...».
Da grande esperto s'è accorto d'un pericoloso equivoco, in questa campagna elettorale...
«Sì. E potrebbe provocare clamorose sorprese, se non si corre ai ripari».
Rileva che tutti si preparino a queste elezioni come se il meccanismo fosse quello del «Mattarellum».
«Già. Danno tutti troppa importanza alla pantomima dei candidati nei collegi uninominali, che però rappresentano solo una parte marginale dei seggi in palio. Invece queste elezioni si vinceranno non valorizzando i candidati uninominali, bensì sbattendosi per il proprio partito... Suggerisco al mio leader di far partire al più presto una grande campagna sul simbolo di Forza Italia, chiarendo che dovrà essere anch'esso sbarrato dagli elettori».
Qual è il rischio?
«Mettendo la croce soltanto sul candidato uninominale, il voto viene trasferito automaticamente alla coalizione, ma ripartito proporzionalmente tra tutte le liste collegate. Chi ha più tradizione territoriale e identitaria, come la Lega e magari pure Fratelli d'Italia, rischia di essere assai favorito nel computo finale dei seggi...».
Giusto. A proposito d'identità: ma lei che ha pure la rappresentanza legale dello Scudocrociato, come mai non corre con Cesa, Fitto e gli altri?
«Con Cesa ci coordiniamo, visto che ha la legittima possibilità di usare lo Scudocrociato, secondo una delibera del Cdu di Buttiglione. Io invece sono quello che viene chiamato in giudizio: finora sto sui 3/400mila euro di spese legali... A differenza loro, io ritengo che quel blocco sociale rappresentato dalla Dc abbia trovato in Berlusconi il suo continuatore. Fi è la prosecuzione dei nostri valori in uno schema di partito diverso. La Dc democratica e collegiale, Fi democratica e carismatica. Quando avremo vinto, sarà chiaro che Berlusconi sarà pure il leader del Ppe».
Non vede, negli altri vetero-dc, qualche opportunismo di troppo?
«Cesa e Fitto sono carne nostra. Nel resto c'è pure quel filone di chi va con Berlusconi per entrare in Parlamento e contro Berlusconi per andare al governo. Però la mission di oggi è vincere e portare Forza Italia al 30 per cento. Dovessimo fare le analisi del sangue non se ne uscirebbe vivi...».
Forse solo lei e pochi altri.
«Diciamo che, nei documenti notarili di Fi, ci sono soltanto due firme ancora stabili. Quella di Silvio, e la mia».
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