Che la sinistra avesse una posizione pro accoglienza era ormai chiaro a tutti, ma che arrivasse addirittura a strigliare il premier in pochi se lo aspettavano. Ieri, durante il suo viaggio in Libia, il presidente del Consiglio Mario Draghi, al termine dell'incontro con il primo ministro libico Abdel Hamid Dabaiba ha sottolineato il forte impegno del Paese nel contrasto all'immigrazione clandestina.
L'Italia esprime «soddisfazione - ha detto - per quel che la Libia fa per i salvataggi» in mare, confermando poi «l'aiuto e il sostegno» da parte della nostra Nazione.
Per proseguire: «Il problema non è solo geopolitico, ma anche umanitario. E da questo punto di vista l'Italia è uno dei pochi, forse l'unico Paese, che continua a tenere attivi i corridoi umanitari». Draghi ha ricordato «che il problema dell'immigrazione per la Libia non nasce solo sulle coste, ma si sviluppa anche sui confini meridionali. L'Unione europea - ha chiarito - è stata investita del compito di aiutare il governo libico anche in quella sede».
Le polemiche non hanno tardato ad arrivare, con l'armata Brancaleone al completo indignata per la posizione del premier. Il segretario nazionale della Sinistra italiana, Nicola Fratoianni, ha commentato: «Draghi esprime soddisfazione per il lavoro della Libia sui salvataggi? Evidentemente gli sfugge la differenza tra salvataggio e cattura. In Libia i migranti vivono in condizioni inumane e atroci, come confermato da tutte le organizzazioni internazionali. Esprimere soddisfazione per il lavoro della Libia su questo fronte - conclude - mi pare francamente inaccettabile».
A fargli eco l'eurodeputato Pd Pierfrancesco Maiorino. «Il fatto che pure la persona più prestigiosa e autorevole di cui disponga il nostro Paese - ha detto - ignori il disastro compiuto negli anni dalla Guardia costiera libica e il dramma dei campi di concentramento mi delude molto».
Un altro esponente della sinistra, il deputato Pd Matteo Orfini, tiene a dire: «Draghi ha espresso soddisfazione per quello che la Libia fa sul salvataggio dei migranti. Significa dirsi soddisfatti della sistematica violazione dei diritti umani. Era inaccettabile quando lo dicevano i suoi predecessori. È inaccettabile anche oggi che a dirlo è lui».
E non poteva mancare il commento di Laura Boldrini (Pd): «L'Italia deve contribuire alla stabilizzazione e alla pace della Libia, dopo la terribile guerra civile fomentata anche da potenze straniere. Grave che Draghi abbia ignorato le violenze e le torture, subite dai migranti nei campi di detenzione, denunciate dall'Onu».
Elena Grandi e Luana Zanella dei Verdi, in una nota chiariscono: «Siamo amaramente sorpresi dalle parole del Presidente Draghi in visita in Libia. Dichiararsi soddisfatti del lavoro del governo libico in tema di salvataggi vuol dire ignorare i crimini compiuti in questi anni dalla guardia costiera libica e il dramma dei campi di concentramento».
Marco Furfaro della Direzione nazionale del Pd scrive sui social: «Rinchiudere migliaia di persone in campi di concentramento, torturarle, violentarle e usarle come oggetto di riscatto lo definirei violazione dei diritti umani più che salvataggio. Fuori da ogni ipocrisia: di soddisfacente ci sono soltanto i canali umanitari».
Da chiedersi se qualcuno dei rappresentanti
della sinistra si sia mai recato in Libia a vedere con i propri occhi come stanno le cose, anziché affidarsi ai luoghi comuni per affossare i tentativi del premier di portare avanti un dialogo costruttivo con quel Paese.
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