Milano - La mappa del fisco disegnata dal centro studi Unimpresa classifica Milano tra le città con meno tasse rispetto a Roma, Napoli e Torino.
Mariastella Gelmini, è vero?
«No. Milano è stata invasa da un diluvio di tasse. Alle quali vanno aggiunte le multe a raffica, Area C, l'aumento del biglietto del tram. E per tutto questo dobbiamo dire grazie al sindaco Giuliano Pisapia».
Il centrodestra prevede un'inversione di rotta?
«È più che mai necessario. Da subito lavoreremo per ridurre Irpef, Tasi e suolo pubblico. Nella Milano che vogliamo i cittadini non devono essere oppressi».
Facciamo due conti.
«Allora, l'incremento delle tasse di Pisapia è stato del 118% in più rispetto alla gestione Moratti. Un record che possiamo chiamare furto. In questi cinque anni i milanesi hanno pagato quasi 1.400 milioni di tasse, contro i 600 milioni della giunta precedente».
Come ridurre le tasse?
«Tagliando gli sprechi e facendo in modo che la macchina amministrativa sia digitalizzata e più semplice, in ogni procedura. Non vogliamo che tasse e burocrazia strangolino l'iniziativa privata».
Cosa avete in mente per oliare gli ingranaggi comunali?
«Ad esempio vogliamo evitare ai cittadini il giro di più uffici per poter avere un permesso o un certificato. E vogliamo evitare che il Comune continui a chiedere ai cittadini documenti che in realtà ha già in mano».
Da cosa ripartirà Milano, in caso di vittoria?
«Dalla riscoperta del suo patrimonio imprenditoriale. Valorizzeremo le start up, a cui vogliamo concedere alcuni immobili dismessi del Comune. Estenderemo la fibra ottica e diffonderemo la banda ultra larga. E poi vogliamo l'applicazione dei costi standard: non un euro in meno rispetto a quello che può garantire la buona qualità dei servizi ma nemmeno un euro in più rispetto al dovuto».
Molti si chiedono se lei, capolista di Forza Italia, resterà in Consiglio comunale una volta eletta.
«Rimarrò. Non è il momento di chiudersi in Parlamento. È ora di stare nei quartieri, vicino alla gente, non al Transatlantico. Renderò onore alla fiducia che mi daranno i cittadini sulla scheda».
Ormai una milanese a tutti gli effetti.
«Sangue bresciano, ma mi sento parte di Milano. Vivo a Porta Romana e mi sento parte della città».
Le amministrative di Milano saranno un test in vista del voto nazionale?
«La ricaduta nazionale mi interessa poco. Cominciamo a riaffermare il buon governo a Milano, basta fare filosofia. Noi, con una visione di medio periodo, vogliamo tornare anche a occuparci di buche stradali e dei problemi di tutti i giorni».
Cosa pensa
dei sondaggi, spesso contraddittori, sul risultato elettorale?«La guerra dei sondaggi è sempre esistita. Penso che Stefano Parisi sia un candidato che ha spaccato, che ha invertito il trend. È molto apprezzato».
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