La sinistra scopre Dell'Utri: "La detenzione è ingiusta"

Bersani chiede la scarcerazione, Renzi cure adeguate. Ma Orlando frena: "Valuta il tribunale di Sorveglianza"

La sinistra scopre Dell'Utri: "La detenzione è ingiusta"

DI qua i conformisti, di là i coraggiosi e poi quelli che non si sbilanciano, si barcamenano, dicono senza dire. La sinistra si trova, volente o nolente, a fare i conti con il caso Dell'Utri, e le diverse inclinazioni dell'animo umano si rispecchiano in pieno nelle reazioni dei leader post comunisti alla situazione critica dell'ex senatore di Forza Italia, richiuso in carcere nonostante condizioni di salute che gli stessi periti dell'accusa giudicano incompatibili con la detenzione. «Penso a lui ogni giorno», è la confessione, tra ansia e angoscia, che Silvio Berlusconi ripete costantemente ai suoi. Per Marcello Dell'Utri - che ieri ha ricevuto la visita in carcere di Gianfranco Rotondi - la notizia positiva è che il dibattito è aperto, e a interessarsi della sua sorte non sono più soltanto il centrodestra (da ultimo ieri Fabrizio Cicchitto, «senza una grazia presidenziale una condanna a sette anni rischia di trasformarsi in una condanna a morte») e alcuni irriducibili dei diritti umani come gli esponenti del Partito Radicale.
A sinistra, l'alfiere della linea dura continua ad essere Davide Mattiello, membro Pd della commissione parlamentare antimafia, che di tenere in cella l'ex parlamentare sembra avere fatto una questione personale, al punto da prendersela con la Corte Europea dei diritti dell'uomo, colpevole di avere criticato il reato di concorso esterno in associazione mafiosa. Mattiello, nel suo partito, pare sia assai temuto anche per la posizione che occupa, ed è forse anche per evitare di mettersi in contrasto con lui che numerosi esponenti democratici si stanno defilando in questo momento dalla vicenda, nonostante in passato avessero dimostrato chiaramente di pensarla diversamente: sono i vip del partito che avevano firmato nei mesi scorsi la petizione per la scarcerazione di Dell'Utri lanciata dal quotidiano romano Il Tempo, e che ora invece si guardano bene dal farlo. Tra di loro, il deputato Michele Anzaldi, componente della commissione di vigilanza Rai, e il suo collega Francesco Boccia.
In mezzo ci sono quelli che usano le parole con il bilancino, primo tra tutti il ministro della Giustizia Andrea Orlando, ben attento a non pestare i piedi ai giudici che nei giorni scorsi hanno deciso di tenere in galera Dell'Utri. Per Orlando «si deve solo pronunciare il tribunale di sorveglianza che deve valutare se le cure sono sufficienti o meno». Il Guardasigilli garantisce che «faremo tutto il possibile, non solo per Dell'Utri, per migliorare le cure che vengono offerte ai detenuti» e promette che tutto andrà meglio quando «credo nei prossimi giorni» il governo varerà la riforma del sistema penitenziario. Peccato che il governo la riforma avrebbe potuto vararla già da sei mesi, visto che la legge delega è stata approvata dal Parlamento il 13 giugno e finora Orlando e i suoi colleghi se ne siano serenamente disinteressati, mentre le condizioni di centinaia di detenuti (Dell'Utri compreso) peggioravano continuamente. E alla schiera di quelli che tacciono fingendo di parlare va iscritto anche il segretario del Pd Matteo Renzi, che interpellato da la Repubblica sul tema risponde lapalissianamente «Dell'Utri come chiunque altro deve essere curato nel migliore dei modi».


Tra tanta accortezza, spicca l'uscita di Pier Luigi Bersani che richiama al buon senso e all'umanità: «Che si tratti di Dell'Utri o di Pinco Pallino, se uno è veramente nelle condizioni che vengono descritte, non si può tenerlo in carcere. Esiste un concetto che si chiama umanità e che ci tiene insieme tutti», dichiara l'ex segretario del Pd a Sky Tg24. Un sasso nello stagno dell'indifferenza e dell'ipocrisia.

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