La sinistra scorda i veri antifascisti

La sinistra scorda i veri antifascisti

«Intimo-vos a renders-vos incondicionalmente». Così il comandante della Força Expedicioniera Brasileira all'esercito della Repubblica sociale e a quello tedesco, il 26 aprile 1945 a Fornovo, a sud di Parma. Fu l'ultima battaglia della Seconda Guerra mondiale da noi, e i brasiliani, alleati di americani e inglesi, con 25mila uomini e 400 caduti, diedero un piccolo ma importante contributo alla Liberazione. Poco più a Sud, in provincia di Pistoia, combatterono anche a fianco delle truppe della Resistenza. L'Italia, e in particolare la sinistra, ne furono riconoscenti: tra Pistoia, Pisa, Bologna e Parma, tutte zone rosse, spesseggiano i cimiteri militari e i monumenti ai brasiliani sacrificatisi per noi. Ci saremmo quindi aspettati, da parte dell'Anpi, del Pd, di Sinistra Italiana, di Rifondazione comunista (pare esista ancora), dei centri sociali, un'accoglienza particolare al presidente del Brasile, Bolsonaro, venuto a commemorare i caduti della libertà (quelli veri, non quelli, peraltro mai caduti, contro un fascismo immaginario). Invece è stata inscenata un'indecorosa gazzarra, un fuggi fuggi delle autorità locali, con uno sgarbo diplomatico non da poco, con il vescovo di Pistoia arringante contro il presidente di una delle nazioni più cattoliche del mondo, e poi la manovalanza dell'antifascismo cosiddetto militante a contestare Bolsonaro, e già che c'erano pure Salvini, venuto ad accoglierlo. Questa pietosa vicenda ci conferma quello che sapevamo: primo, che la sinistra ormai è solo volontà di distruzione del nemico, i cosiddetti valori essendo sono solo un pretesto. Secondo, che se un atto viene compiuto da un nemico della sinistra, esso perde qualsiasi valore. In tal caso il nemico è Bolsonaro, presidente regolarmente eletto di una grande democrazia, che in visita ufficiale andava accolto come tale, non come è stato fatto dalla Regione toscana e dal sottosegretario piddino Bini. Perché odiano Bolsonaro? Non si sa. Perché ha estradato Cesare Battisti? Forse, ma sicuramente perché è «fascista», e perciò è venuto a commemorare gli antifascisti brasiliani. Si capisce che ormai non basta più neppure Flaiano per descriverli, ma ci vuole Ionesco e il teatro dell'assurdo ma forse anche il Paolo Villaggio di Fantozzi.

E poi: si chiede alla destra di commemorare la Resistenza. Quando lo fa, è presa a insulti e sassate, perché la Resistenza è «cosa loro». E allora, quest'idea distorta e proprietaria di «Resistenza», la destra la lasci pure alla cosiddetta sinistra.

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