Coronavirus

Sirchia adesso attacca: "Sanità italiana distrutta ​Ecco chi l'ha ridotta così"

L'ex ministro della Salute: "Governi deboli e senza consenso hanno permesso a gente pericolosa al servizio della finanza di distruggere il Paese"

Sirchia adesso attacca: "Sanità italiana distrutta ​Ecco chi l'ha ridotta così"

L'emergenza Coronavirus ha riaperto la polemica sui tagli alla sanità fatti dai governi degli ultimi 10 anni. Sulla questione è intervenuto a gamba tesa Girolamo Sirchia: "Purtroppo abbiamo subito l'influenza negativa di alcuni economisti, che sono intelligenze importanti ma pericolose: vivono di slogan e formule ma sono lontani dalla realtà e dalla società". Nel mirino è finita non solo l'Italia ma anche l'Europa, colpevoli di essersi messe "in mano a dei guru, spesso al servizio della grande finanza internazionale e delle banche, che hanno imposto al Paese un Mes da 120 miliardi come contributo a un Fondo Salva-Stati, che è in realtà un fondo di salvataggio delle banche franco-tedesche".

Ha specificato che il suo discorso non è sovranista ma di buonsenso, precisando che a suo giudizio non si dovrebbe uscire dall'Ue: "Quasi tutti i governi italiani degli ultimi anni hanno avallato le disastrose strategie economiche globaliste della Ue per incapacità e debolezza. Erano e sono esecutivi con scarso consenso popolare, minacciati da continui rating negativi e dallo spread". Ed effettivamente è giunta l'ora di porre un rimedio ben chiaro: "Dobbiamo mandare al governo uomini capaci e non manichini disponibili a firmare ogni compromesso". In tal caso la sfera politica e quella sanitaria sono strettamente collegate: l'errata gestione dal punto di vista politico "ha ammazzato la sanità pubblica italiana e sta ammazzando tutta l'economia del Paese"; i tagli poi sono da intendersi come "figli della spending-review, che i nostri politici si sono bevuti per ottenere il plauso dei globalisti". In tutto ciò il risultato negativo è evidente: non è stato possibile né sostituire "i medici che andavano in pensione" né rimpiazzare i primari "perché costava troppo e trasformavamo i vice in facenti funzione".

"La quarantena non è un'offesa"

L'ex ministro della Sanità nel secondo governo Berlusconi, nell'intervista rilasciata a Libero, ha criticato duramente la gestione comunicativa da parte del governo giallorosso: "È stata pessima". Nel 2003 lui si era trovato alle prese con l'emergenza sanitaria della Sars, ma faceva una conferenza stampa al giorno e l'esecutivo aveva pagato la Rai per avere degli spazi informativi in cui il medico parlava alla nazione trasmettendo autorevolezza, mentre oggi c'è un'ombra sbiadita del ministro Speranza. In televisione infatti è andato Giuseppe Conte, accusato di essere lo stesso "che tre settimane fa aveva parlato di allarmismo bocciando la proposta dei governatori leghisti di mettere in quarantena chi arrivava dalla Cina e che ha accusato l'ospedale di Codogno di non aver rispettato le direttive".

A giudizio di Sirchia è stato un grave errore poiché isolare i cinesi che tornavano dal loro Capodanno - "dove si abboffano di ogni schifezza" - avrebbe contribuito a frenare il contagio: "La quarantena non è un'offesa". Lo Stato non riesce a trasmettere sicurezza in quanto non parla con una voce unica e coerente: "Gli italiani hanno capito che all'inizio la vicenda è stata affrontata dal punto di vista politico e non sanitario e molti hanno perso fiducia".

Sono piovute critiche nei confronti di Attilio Fontana, per essersi messo la mascherina, e di Luca Zaia per per aver detto che in Cina mangiano i topi vivi: giudica il governatore della Lombardia "un amministratore straordinario" contro cui è stata fatta una polemica "stupida e faziosa"; considera invece il comportamento del presidente della Regione Veneto "un po' troppo ruvido, ma ha detto la verità".

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