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Siri, i pm aprono un'inchiesta: "Case coi soldi da San Marino"

Report manda in onda un servizio su un affare immobiliare a Bresso e accusa Siri di aver preso soldi da San Marino. Ma il leghista: "È tutto regolare"

Siri, i pm aprono un'inchiesta: "Case coi soldi da San Marino"

Le nuove accuse arrivano pochi giorni prima del Consiglio dei ministri decisivo per la permanenza o meno di Armando Siri nella squadra di governo. A muovere un nuovo attacco al sottosegretario leghista indagato per corruzione è stata un'inchiesta della trasmissione Report che questa sera manderà in onda un servizio su una palazzina con sette appartamenti acquistata lo scorso gennaio dallo stesso Siri a Bresso, paesino alle porte di Milano. "L'ha intestata alla figlia e l'ha pagata 585 mila euro - è l'accusa - i soldi provengono da una banca di San Marino". È anche sulla base di questo che si è mossa ora anche la procura di Milano che ha aperto un fascicolo senza indagati, né ipotesi di reato.

Il servizio di Report

"In un paese civile - commenta Matteo Salvini - i processi si fanno in tribunale e uno è colpevole se viene condannato da un giudice, non se lo dice un giornale". Le nuove accuse arrivano con la precisione di un orologio. A maggior ragione se si considera che l'intero servizio sarà messo in onda tra una settimana, nella puntata dal 13 maggio. E che vengono pubblicate, in una anticipazione, al termine di una domenica infuocata in cui i Cinque Stelle hanno invitato Salvini a "tirar fuori le palle" e a "scaricare" Siri e il leghista che gli ha detto di "tapparsi la bocca". Report parla già di una "Bresso Connection" e getta benzina sul fuoco facendo un servizio sull'operazione immobiliare portata avanti dall'agenzia di Policarpo Perini che "nel 2013 era candidato come sindaco di Bresso proprio con il partito fondato da Siri, Italia Nuova". "Policarpo è anche padre di Marco Luca Perini, a capo della segreteria di Siri al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti - spiega la trasmissione di Rai3 - il notaio che ha stipulato l'atto di compravendita dell'immobile l'ha segnalato alla Banca d'Italia come operazione sospetta". L'intento è, appunto, quello di creare una rete dietro a Siri per far aumentare le pressioni dei grillini su Salvini.

Aperta l'inchiesta

Sull'acquisto dell'immobile a Bresso è stata quindi aperta formalmente un'inchiesta dalla procura di Milano. Nelle settimane scorse è arrivata, sul tavolo del procuratore capo Francesco Greco, l'informativa della Guardia di Finanza in cui sono ricostruite le tappe della vicenda. "Non vi è alcuna irregolarità nell'acquisto dell'immobile", ha subito replicato Siri assicurando che l'operazione immobiliare ha seguito "una procedura regolare e trasparente nel rispetto di tutte le norme vigenti, comprese quelle dell'anti riciclaggio". Secondo il sottosegretario del Carroccio, quella fatta dal notaio è "la normale compilazione dei moduli che tutti i notai sono tenuti a redigere". "I fondi sono frutto di un regolare mutuo erogato nel pieno rispetto di tutte le norme bancarie", ha, infine, aggiunto il leghista promettendo che "anche i dettagli di questa operazione saranno spontaneamente forniti all'autorità giudiziaria qualora ritenuti di interesse".

L'operazione immobiliare

Anche Marco Luca Perini, capo della segreteria del sottosegretario Armando Siri e figlio dell'intermediario immobiliare Policarpo Perini attraverso la cui agenzia è stato realizzato l'acquisto della palazzina di Bresso, ha assicurato che l'operazione è stata fatta "nella totale trasparenza e nel pieno rispetto delle regole". "Mio padre ha agito in qualità di mediatore immobiliare con agenzia operante in Bresso - ha spiegato - e il sottoscritto ha acquistato una piccola porzione dell'unità immobiliare come investimento personale.

Ogni documentazione attestante quanto dichiarato - ha, quindi, concluso - sarà resa disponibile, qualora richiesta, alle autorità competenti".

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