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Favori e soldi al re dell'eolico: indagato il sottosegretario Siri

Il leghista è accusato di corruzione: avrebbe agevolato le aziende vicine a Vito Nicastri, da un anno agli arresti domiciliari. Nei guai anche Paolo Arata

Favori e soldi al re dell'eolico: indagato il sottosegretario Siri

Una bufera giudiziaria si è abbattuta in queste ore sul governo gialloverde. Il sottosegretario ai Trasporti, il leghista Armando Siri, è infatti finito sotto inchiesta per corruzione. È rimasto invischiato, insieme ad altre nove persone, negli accertamenti svolti dalla direzione investigativa antimafia di Trapani per conto della procura di Palermo. L'indagine, che è stata condotta in parallelo anche dai pm di Roma, ipotizza "uno scambio di favori, utilità e denaro" per "agevolare aziende considerate vicine" a Vito Nicastri, un imprenditore dell'eolico di Alcamo (Trapani). Nonostante fosse agli arresti domiciliari da un anno, avrebbe continuato anche da casa a manovrare, grazie all'aiuto di un familiare, i propri affari.

Le modifiche al regolamento

"Non ho ricevuto nulla, non so nulla, non so di che si tratti", replica Siri. Che, poi, mette anche in chiaro: "Non mi sono occupato mai di queste cose". Al centro delle verifiche disposte dai pool coordinati, a Palermo, dal procuratore aggiunto Paolo Guido e, nella Capitale, dall'aggiunto Paolo Ielo, ci sarebbe una serie di permessi gestiti dalla Regione Sicilia, con l'assessorato all'Energia. Il fine ultimo di Nicastri sarebbe stato quello di fare approvare una normativa che avrebbe previsto ulteriori incentivi e finanziamenti negli investimenti nel campo delle energie alternative. Il trait d'union sarebbe un docente universitario, Paolo Arata, genovese come Siri, 68 anni, ex deputato nazionale di Forza Italia e, nel 1994, presidente del Comitato interparlamentare per lo sviluppo sostenibile. Negli anni scorsi è stato uno dei sette professori a cui Matteo Salvini ha affidato la stesura del programma di governo della Lega. Lo stesso compito era stato affidato a Siri che, per "Noi con Salvini", si era infatti occupato di economia, riforma fiscale e flat tax. Stando a quanto scritto nel decreto di perquisizione, riportato dall'agenzia Adnkronos, le indagini avrebbero svelato "lo stretto collegamento tra Arata ed esponenti del partito della Lega", in particolar modo Siri, per "promuovere una modifica regolamentare degli incentivi connessi al mini-eolico">.

Il prestanome di Messina Denaro

La parte palermitana e trapanese dell'indagine ipotizza anche l'aggravante dell'agevolazione di Cosa nostra. Accusa che, però, non è stata formulata in alcun modo nei confronti del sottosegretario leghista. Per effetto della nuova indagine, Nicastri si è visto aggravare la misura cautelare che lo teneva agli arresti domiciliari per "concorso esterno in associazione mafiosa e fittizia intestazione di beni" ed è stato immediatamente riportato in carcere. Sono intanto state disposte perquisizioni, che sono state svolte questa mattina, sia a Palermo, negli uffici dell'assessorato regionale all'Energia, sia a Roma, oltre che nell'abitazione e nelle pertinenze dello stesso Nicastri, indicato anni fa dal Financial Times come il "signore del vento" e ritenuto un prestanome del superlatitante Matteo Messina Denaro che, secondo gli inquirenti, sarebbe suo socio occulto.

Gli impianti di bio-metano

L'inchiesta ha acceso i fari anche su Alberto Tinnirello, responsabile del Servizio III Autorizzazioni e concessioni del Dipartimento Regionale dell'Energia e dei Servizi di Pubblica utilità dell'Assessorato regionale all'energia ed ai servizi di pubblica utilità. Il funzionario era competente per l'istruttoria e il rilascio delle Autorizzazioni Uniche del decreto legislativo 29 dicembre 2003.

Secondo la procura, avrebbe dato "informazioni sullo stato delle pratiche amministrative inerenti la richiesta di autorizzazione integrata ambientale per la costruzione e l'esercizio degli impianti di bio-metano di Franconfonte e Calatafimi".

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