Alla fine l'operazione di salvataggio è stata condotta sabato notte con il sostegno dell'esercito israeliano dopo la diatriba tra Stati Uniti e Russia per fortuna stemperata durante il vertice Trump-Putin di Helsinki. Sono i White Helmets, i caschi bianchi, volontari dall'elmetto distintivo che operano in Siria nelle aree controllate dai ribelli e che sono specializzati nel soccorso alle zone bombardate. Il blitz militare di Tel Aviv ha consentito a 800 volontari e alle loro famiglie di abbandonare l'inferno siriano transitando dal valico di Quneitra (all'interno della fascia di sicurezza Onu che separa Siria e Israele) per raggiungere il confine con la Giordania. Dal salvacondotto «benedetto» da Amman proseguiranno vero il Regno Unito, la Germania, l'Olanda e il Canada. L'intervento è stato attuato da Israele che ha deciso di scortare i civili al confine giordano per ragioni puramente umanitarie, senza però consentire l'entrata sul proprio territorio ad alcun profugo. Sono state le richieste personali del presidente degli Stati Uniti Trump e del premier canadese Justin Trudeau a convincere Israele a fornire il contributo per l'evacuazione dalla Siria. La notizia è stata confermata dal premier israeliano Netanyahu che ha precisato di aver «strappato da morte certa persone che hanno salvato vite umane e che non avevano più possibilità di garantirsi incolumità. In parallelo non cessiamo di agire in Siria contro i tentativi dell'Iran di un consolidamento militare». E infatti in serata è arrivato un nuovo bombardamento.
Il costo dell'operazione, finanziata da Washington e Ottawa, si aggirerebbe sui 6,6 milioni di dollari. Trump aveva parlato della situazione dei White Helmets nel corso del vertice Nato di Bruxelles, riferendo che necessitavano di protezione dopo aver tratto in salvo almeno 100mila persone della macerie. Opinione per nulla condivisa da Putin, da Damasco e dai loro alleati, convinti che i volontari abbiano creato artificiosamente scene di presunti eccidi con i gas per suscitare lo sdegno internazionale e provocare la reazione dell'Occidente. Il presidente siriano Assad ha persino accusato i Caschi bianchi di essere legati ai ribelli e di averne fermati parecchi con le armi in pugno. Alla notizia del trasferimento degli 800 volontari, Assad ha fatto diramare un comunicato di fuoco nel quale accusa gli Usa «di usare questa organizzazione per potenziare il terrorismo, allo scopo di offuscare l'immagine del governo di Damasco e prolungare l'attuale crisi in Siria».
I White Helmets compongono un piccolo esercito di quasi 3mila volontari. Quando avvistano un jet o un elicottero dell'aviazione siriana, indossano i loro caschi bianchi e partono a bordo dei camion per arrivare il prima possibile e assistere i superstiti dei bombardamenti. Più di 200 avrebbero perso la vita durante le operazioni di soccorso.
Eppure in un video che ha fatto il giro del social, l'ex leader dell'organizzazione terroristica Al Nusra, Abu Jaber, li ha lodati apertamente, definendoli i «soldati nascosti della rivoluzione», certificando, o almeno tentando di farlo, ambigui legami dell'organizzazione con le formazioni islamiste siriane.
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