Cronache

Il sismologo: "Forse si è aperta una nuova faglia"

Tozzi: "Meno grave di Amatrice. Adesso bisogna capire se questa è la coda di quella frattura"

Il sismologo: "Forse si è aperta una nuova faglia"

Tanta paura e per fortuna pochi danni nella nuova scossa di ieri in Centro Italia. Che cosa sta succedendo? Di nuovo il centro Italia, dove, ormai è ben noto, la terra continua a tremare; le faglie sottostanti accumulano energia che periodicamente viene rilasciata creando disastri e rischi per la popolazione.

Anche ad Amatrice, epicentro dell'ultimo grande evento sismico, avvenuto il 24 agosto, con magnitudo 6.0, è stata avvertita la scossa; con il crollo di strutture già precedentemente lese. «Si è oltrepassata la soglia di criticità, 4.0 magnitudo - dice Dimitri Dello Buono, direttore del laboratorio geoSDI del Consiglio Nazionale delle Ricerche - e ciò significa che ci troviamo di fronte a un evento che va analizzato con attenzione».

Colpita anche Norcia, a una ventina di chilometri di distanza in linea d'aria da Amatrice. «Abbiamo notizia di danni alla chiesa di San Salvatore a Campi di Norcia, e della chiesa della Madonna delle Grazie di Norcia», ci rivela Francesco Spanicciati, geologo della località in provincia di Perugia.

Un forte terremoto? «Non proprio - tranquillizza Mario Tozzi, geologo dello stesso Cnr -. Ricordiamo che abbiamo a che fare con una scala logaritmica, e dunque con un dato nettamente inferiore a quello registrato nel terremoto di Amatrice». Si ragiona, infatti, con un criterio di misurazione che obbedisce a una crescita esponenziale, diversa da una semplice successione numerica. Tuttavia permane il grande dubbio: perché l'Italia continua a essere soggetta a terremoti? «Al momento, con l'evento appena accaduto, non possiamo ancora dare delle risposte esaustive - prosegue Tozzi - ma alcune ipotesi si possono avanzare e riguardano il movimento delle faglie. Occorre capire se l'ipocentro sia riferibile alla faglia legata al terremoto di agosto, oppure se è il risultato di una nuova realtà litologica che sta sprigionando energia».

Si parla anche di «scosse di replica», per designare eventi sismici che si rincorrono, talvolta, purtroppo, con potenze sempre più elevate. «Ma il futuro non possiamo prevederlo - dice Tozzi - tutto è possibile e adesso ci sono ancora molti dati da approfondire». Quel che è certo è che anche questo terremoto rientra in quella fase di «distensione» che sta interessando gli Appennini: «La catena appenninica si sta riaggiustando - spiega Tozzi - e pertanto sta subendo un processo di allargamento che periodicamente si fa sentire con scosse sismiche».

Risponde a un movimento ancora più lontano nel tempo, riguardante la genesi degli Appennini e delle Alpi, relativo alla spinta dell'Africa, che scivola sotto l'Europa.

«È un fenomeno conclamato - conclude Tozzi - ma la fase di riaggiustamento degli Appennini viene dopo, e interessa direttamente gli eventi sismici registrati negli ultimi tempi in Italia».

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